Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

che i separatisti non potevano più aspettarsi alcun aiuto o incoraggiamento da parte dell'Inghilterra e dell'America. Se il partito doveva concluder e qualcosa era quello il momento, prima che l'Italia riavesse un govern o abbastanza stabile da poter controllare di nuovo l'isola. L'esercito separ atista constava di quattro o cinquemila uomini, divisi in due gruppi principali, uno comandato da Giuliano con quartier generale a Montelepre , l'altro sotto Concetto Gallo, a San Mauro Caltagirone, in provincia d i Catania. Alla fine del settembre '45 l'esercito separatista catanese si ribellò , e la cosa finì in un completo disastro (Canepa era già stato ucciso alcun i mesi prima in uno scontro con le forze governative). Il 3 ottobre Finoc - chiaro Aprile fu arrestato a Messina. Concetto Gallo, anch'egli ricercato dalla polizia, e latitante, emanò un comu·nicato nel quale esprimeva l a solidarietà dei separatisti con Giuliano, e chiamava Giuliano « eroe dell'indipendenza siciliana>>. Alla fine del '45, anche Gallo era stato arrestat o con molti suoi uomini e il movimento restava privo di capi politici. I l partito fu messo al bando, e tutta la propaganda separatista fu considerat a illegale. Finocchiaro Aprile, Gallo, ed altri dirigenti furono inviati i n esilio a Ponza. In quell'epoca Giuliano iniziò i suoi attacchi alle baracche dei carabinieri a Bellolampo: il primo ebbe luogo il 28 dicembre '45. A De Gaspe - ri, che formò il suo primo governo nel dicembre '45, fu chiaro che, s e il partito separatista doveva essere eliminato con la forza piuttosto ch e . con elezioni che avrebbero potuto rivelarsi pericolose (politica questa su a già iniziata da Parri), l'esercito di Giuliano doveva venir subito attaccato e distrutto, come già lo era stato il contingente di Catania. Le forze governative furono dapprima composte solo di carabinieri, e le cose andarono male perchè, nel corso del gennaio '46, i carabinieri furono quasi quotidianamente, e con successo, attaccati da Giuliano. Il 18 febbraio '46 l'uffi - ciale al comando dei carabinieri a Palermo, il generale Branca, inviò a Roma un rapporto dettagliato della situazione: « Occorre segnalare - egli scrisse - che il movimento separatista e l a mafia hanno ora fatto causa comune, e che i capi dell'E.V.I.S. devon o sempre più ricercarsi tra i capi della mafia dell'isola ... Tutti i capi del m·ov imento hanno di recente rivelato al Generale Berardi, che comanda le forz e militari in Sicilia, la loro partecipazione alla mo,bilitazione dell'E.V.I.S., e d hanno aggiunto a questa rivelazione la preghiera che non venga per il mo mento [93] Bibloteca Gino Bfanco

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