Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

' . . . . . In alcune zone della Sicilia la polizia non puo r1usc1renei suoi principali intenti se si mette contro i mafiosi; può avere successo solo se collabora con loro. L'esistenza di questa che potrebbe dirsi una « collaborazione forzata » si fece chiaramente palese solo col fenomeno Giuliano. Quando iniziarono le ricerche in profondità - dice in modo pittoresco il Maxwell - molti importanti personaggi furono scoperti pietrificati in atteggiamenti intimi e imbarazzanti, come gli abitanti di Pompei quando due secoli dopo fu rimosso dal loro corpo il sudario di lava. Tale, è dunque, la tesi del libro del Maxwell: seguiamo ora gradualmente lo svolgersi dei rapporti tra Giuliano e il movimento separatista prima, l'alleanza tra Giuliano e la mafia, la lotta contro il banditismo condotta da Scelba e, infine, l'abbandono di Giuliano, che fino allora era stato invulnerabile, alle forze di polizia, deciso e voluto dalla mafia, insieme alla sua uccisione e alla liquidazione della sua banda. Giuliano era nato il 16 novembre 1922 ,da una famiglia di contadini siciliani. Ultimo di quattro figli, aveva poco più di vent'anni al momento dello sbarco alleato in Sicilia, nel giugno del '43. Come per molti altri, l'unica attività per sopravvivere, nei mesi che seguirono lo sbarco, fu, per Giuliano e per i suoi, il contrabbando. La situazione dell'isola nell'estate del '43 appariva disastrosa. Il mercato nero era aumentato all'arrivo degli americani, per la loro illimitata possibilità di acquisto. Per funzionare, l'amministrazione alleata, l'A.M.G.O.T., dovette servirsi dell'aiuto dei carabinieri. Era stata emanata una legge che rendeva illegale il trasporto di viveri, in particolare di grano, da una provincia all'altra. In un affare di e ontrabbando di grano, è noto, Giuliano uccise un carabiniere, e si diede alla fuga, ferito, lasciando presso il carabiniere ucciso la sua carta d'identità. « Occorsero ben sette anni, migliaia di uomini e milioni di lire per prender lo. Tutto questo - commenta il Maxwell - per due sacchi di grano». Giuliano si rifugiò in un primo momento, nel villaggio di Borgetto, poi sulle montagne. Le montagne della Sicilia erano allora piene di migliaia di fuorilegge nascosti nel maquis, disertori di molti eserciti, criminali politici agli occhi dell'uno o dell'altro partito, predoni e banditi nella vecchia tradizione siciliana, non ancora controllati dalla mafia. Giuliano visse tra loro: di notte suo padre, suo fratello ed i suoi cugini, figli di sua zia Rosalia Pisciotta, lo visitavano e gli portavano il cibo. La cosa che lo preoccupava era di non poter sfuggire alla sua condizione di fuorilegge, e gli effetti [90] Bibloteca Gino Bianco

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