Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

degli otto voti di Lauro alla Camera. 1vla che bisogno ne aveva il Governo Segni? Eppure è di pochi mesi or sono la risposta dell'on. Pugliese, Sottosegretario agli Affari Interni, a una interrogazione dell'on. Sansone: che nulla c'era da eccepire sulla correttezza dell'amministrazione Lauro. Perchè tutto ciò? Perchè questa inerzia della D. C. di fronte a questo massimo esempio di disordine e inettitudirie amministrativa? Perchè i due massimi esponenti della D. C. napoletana, il Presidente della Camera (si è detto di lui che fosse, accanto ai due leoni dello stemma laurino, il " terzo Leone") e il sen. Cava) hanno lasciato diffondere la voce che essi non intendevano esporsi contro Lauro e anzi iritendevano favorirlo? Perchè essi sono scesi in campo negli ultimi minuti, esponendosi ariche a uria ingrata figura? Perchè gli sforzi di Barbi) segretario della D. C. napoletana) risoluto a ingaggiare battaglia, sono stati da varie parti infrenati e addirittura contrastati? Perchè l'on. Rubinacci è stato presentato come l'anti-Lauro solo nella campagna elettorale, e non) per lo nieno, dal 1954? Perchè l'on. Pella non ha detto una sola parola contro Lauro nel coniizio tenuto a Napoli e l'on. Fanfani è stato chiamato a tenere un discorso di '' chius,ura" davanti a una piazza semivuota) e in questo discorso non ha saputo attenersi polemicamente ai vari termini della lotta aniministrativa n.apoletana? Molti di questi "perchè ", e altri che potremmo ancora formulare, trovano appunto una risposta in questo pregiudizio: che a fare il proprio mestiere a Napoli, e il proprio dovere, si offendano "i sentimenti dei napoletani". Se ognuno, dal goverrio alla D. C., da Leone a Cava, da Ansaldo al prefetto, avessero fatto il proprio niestiere e il proprio dovere fin dal 1952, forse "i sentimenti dei napoletani" sarebbero stati qu.alche volta presi di contropiede; ma è certo che i risultati del 27 maggio non avrebbero preso di contropiede il governo, la D. C.) Leone, Cava, Ansaldo, il prefetto; e non potevano certo essere più umilianti di quello che sono stati. E ora? La " lezione delle cose" sarà stata appresa dagli uomini? Faranno questi ultimi il proprio mestiere e il proprio dovere? E cioè, chi deve fare l'opposizione farà l'opposiziorie e chi dovrà esercitare il controllo amministrativo lo eserciterà? Se sì, riteniamo che l'amministrazione degli armatori e degli appaltatori sarà presto messa nella sua vera luce e Napoli tornerà ad essere una città occidentale. Se no) riteniamo che la piaga diventerà ancora più grave e Napoli diventerà sempre più simile a una città levantina. Quanto ai "sentimenti dei napoletani" non c'interessano più di quelli dei dervisci: che è quanto dire più di quanto potevano interessare a Spaventa i sentimenti dei napoletani verso San Donato o alla Propaganda i sentimenti dei napoletani verso l'amministrazione Summonte-Casale. [87] BiblotecaGino Bia·nco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==