La crisi dell'Unità. La situazione industriale era ancora .fiorente intorno ,al '60 - come ne fa fede la partecipazione delle regioni meridionali alla esposizione indu .. striale di Firenze nel 1861 - beneh è il· Mezzogiorno fosse, nel settore estrattivo, ormai di gran lunga superato dalle due regioni minerariamente più ricche e progredite, la Sardegna e la Toscana. A questo rallentamento dell'attività estrattiva nel Mezzogiorno, già nella seconda metà del secolo scorso, non fu certamente estraneo, accanto alla indiscussa minore ricchezza mineraria del sottosuolo, il fattore legislativo. È su quest'ultimo che, ravvis,andovi una delle cause, se non la maggiore, della scarsità di industrie, e specialmente della quasi totale mancanza di « ricerche minerarie », vogliamo alcun poco soffermarci. La legge borbonica in materia di industrie estrattive era ispirata ai c,anoni del diritto romano, ·per il quale il proprietraio del suolo aveva podestà ad coelum usque ad inferos. Conservatore qual'era, il governo borb.onico non aveva modificato il sistema legislativo secondo i più moderni principi del diritto, nei quali da un canto si cominciava ad ammettere che del bene miner,ario, rivestendo esso un'importanza che trascende di gran lunga l'interesse del singolo, dovesse disporre la collettività e dall'altro che, essendo difficoltosa e talora ardua la ricerca e la valorizzazione di un giacimento, lo scopritore di esso, il pioniere - come si diceva -, avesse maggiore diritto di ogni altro ~d essere favorito per lo sfruttamento industriale della miniera. È bensì vero che la legge del 17 ottobre 1826, pur lasciando ampia libertà al proprietario del fondo di coltivare direttamente, e senza alcuna licenza, i giacimenti minerari di qualsiasi specie, avocava al Sovrano il diritto di disporre del giacimento qualora il proprietario non volesse o non potesse coltivarlo. Ma tale rescritto restò, per la pluralità dei casi, lettera morta, come si deduce dal fatto che, se si astrae dalle solfare siciliane, per le quali vigeva uno speciale istituto giuridico, il Governo Borbonico non gestiva, nel 1860, che la miniera di salgemma di Lungro e qualche giacimento metallifero in Calabria. D'altro canto il progressivo distacco che si verificò, dopo gli eccidi del 1799 e dopo la restaurazione, tra la Corte e la classe intellettuale, che era stata invece nella metà del secolo precedente il vero sostegno del Trono, fece sì che il Governo guar- [75] Bibloteca Gino Bianco •
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