Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

costretti a chiedergli le dimissioni. Grazie a queste precauzioni, un equilibrio insta'bile, continuamente minacciato, ha potuto stabilirsi in favore dell'Unione, che è tuttavia considerata, in alcuni ambienti, come un organismo un po' sovversivo: ma è la cultura stessa che diventa a volte, in certe circostanze ed agli occhi di certa gente, la più terrìbile arma della sov- • versione. Evidentemente io non p.osso qui sviluppare, come sarebbe doveroso, la narrazione del coraggioso sforzo dei nostri amici italiani. Un bollettino speciale non bastereb·be. Si dovre'b·be poter descrivere ai nostri lettori di Peuples et culture il clima dei poveri villaggi del Sud, la loro arretratezza materiale, la lenta penetrazione del mondo moderno, la persistenza del potere amministrativo e poliziesco e:editato dal fascismo, la pressione, ancor viva, dei proprietari e dei loro alleati piccolo-borghesi, la disoccupazione, la sete di terra dei braccianti e dei piccoli coltivatori, la speranza della emigrazione, in America, in Argentina, in Francia, che fa loro brillare gli occhi. (- Si sta bene in Francia ? - è la prima domanda che vi rivolgono dappertutto, in istrada, in autobus, appena scoprono la vostra nazionalità: domanda puramente retorica, perchè tutti sanno che si sta bene in Francia, che dovunque è meglio che nel Mezzogiorno). Ma è ormai tempo di concludere, dicendo 'brevemente in che cosa è •consistito il mio lavoro, durante i quattro mesi che ho trascorso con gli amici dell'Unione. Io ho cominciato a lavorare alla sede centrale, a Roma, con la vicepresidente sig.ra Lorenzetto, e la segretaria generale, sig.na Silana. In seguito ho cominciato a girare nei diversi centri, ne ho visitato una trentina circ,a, soggiornando un giorno qua, due o tre giorni là, e avvicinando i dirigenti, gli animatori ed i « centristi » stessi. Seguivo i corsi e le altre attività; ho organizzato, infine, una piccola riunione pedagogica con gli animatori dei corsi ai quali ho partecipato le mie osservazioni. Naturalmente, mi rivolgevo anche pgli stessi frequentatori; generalmente parlavo loro della Francia, sempre dando luogo a discussioni molto animate, a domande pertinenti. La mia partecipazione alle discussioni e ai corsi ordinari non rimaneva sempre silenziosa; ,a volte intervenivo .nella discussione; in qualche caso, quando conoscevo !',argomento, tenevo io stesso uno dei corsi. I contatti con i dirigenti, come con i frequentatori, furono ovunque dei più cordiali; in Sardegna, una notte, i paesani vennero in massa sotto [69] Bibloteca Gino Bianco

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