• problema -del Sulcis. Si consideri, anzitutto, che nell'economia di pace in 'rapida espansione, quale quella che dovrebbe essere perseguita ne l nostro Paese, essa potrebbe favorire i consumi energetici, ·oggi tra i più bas si d'Europa e del mondo. In secondo luogo, fino a questo mo,mento la Sardegina non dispone •di petrolio e di meta,no: e, se non si correrà al riparo , in u11 1breve giro di anni, lo squilibrio tra la Sardeg:na e le regioni megli? dotate di potenziale e11ergetico si aggraverà. Inoltre la sua condizione d'is ola no1 n le consente di poter usufruire della rete elettrica nazionale, ciò ch e le i1npone di valersi di tutte le 6Ue riprese e possibilità inter:ne. Infine, non si tratta di mantenere l'attuale rapporto energetico tra l'Isola e le regioni più avanzate, ma di superare lo squilibrio esistente. A tale scopo occo rre promu·overe in Sardegna, come si è accennato, e in tutto il Mezzogiorn o, ritmi d'incremento superiori; e insieme predisporre e attuare programmi di produzion.e termoelettrica, m·o1tiplicandola sempre più. L'attuazione del pro-- gramma energetico presuppone, dunque, che venga attuato di pa ri passo un piano generale per la creazione di un'industria sarda di base: siderurgia, industria metalmecca:nica, industria chimica. In ultimo, il carbo 1 ne Sulcis (in un sistema di centrali termiche disposte lungo il litorale tirren ico che lo assorbissero per via mare, esso alimenterebbe i settori elettrosiderurgico, elettrochimico ecc.), stando agli studi speri1nentali predisposti e attu ati dalla Regione, si raccomanda per la fabbricazio,ne ,di sottoprodotti a ttraverso la gassificazione e come carbone di forno e fo,r:nace in determinati settori, come, ad esempio, le cementerie. Merita di essere considerato anche il legame ,che sussiste tra l'indus tria mineraria e la produzione delle aziende agricole che sono venute fioirendo e fioriranno ancora intorno ai centri minerari. Dove gli agricoltori ne collocheranno i prodotti, se verranno a mancare quei loro naturali mercati? Molti di quei produttori andrebbero a ingrossare le file dei dis occupati (40 mila) nel settore agricolo, e di quegli occupati che lavorano d alle 150 alle 200 giornate l'anno con salari molto bassi (a non tener con to delle donne che, quasi tutte, non sono occupate). O a far ia fine degli « smo·bilitati » di Carbonia che, ricevute all'atto del licenziamento 450 mila lire , le hanno consumate nella vana ricerca di un'attività prod·uttiva e oggi languono nei villaggi, con lo stesso rancore dei loro antichi, che ritene vano di essere venuti al mondo soltanto per scontare un peccato. SALVATORE CAMBOS u [56] BiblotecaGino Bianco
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