dente dovranno tenere libro giornale, libro degli inventari con bilancio e conto profitti e perdite, unitamente ad altre scritture richieste dalla natura delle imprese, pena un accertamento incontrastabile dell'Ufficio distrettuale delle imposte dirette? Ma se queste piccole imprese non riescono a compilare i libri paga e matrico~a e non sanno riempire un modulo GS/2 per la Previdenza sociale! Dovranno assumere ragionieri? E ne troveranno? E potranno compensarli? Per avere subito un,idea di come stiano oggi le cose si consideri che in una delle provincie meridionali, il Molise, su circa 1200 imprese industriali almeno 1150 possono considerarsi del tipo di quelle sopra elencate. Nelle altre provincie del Mezzogiorno, salvo qualche eccezione, la proporzione è la stessa. Senza aprire le porte dell'artigianato, a queste imprese ci sembra necessario, aderendo ad una realtà economica che non va ignorata, dare uno statuto giuridico che le differenzi dalle medio-grandi sollevandole da quegli obblighi che ne renderebbero precaria l'esistenza e attenuandone gli oneri che oggi appaiono sproporzionati alle loro dimensioni modestissime con riperc11ssioni di notevole gravità anche sulle maestranze dipendenti. Il problema non è di facile soluzione, sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello politico. Ma occorrerà affrontarlo con decisione contro coloro che con superficialità o mala fede sostengono la perfetta coincidenza degli interessi della impresa industriale modestissima con quelli del complesso iperdimensionale. SILVESTRO DELLI VENERI Carbonia È stato detto pi.ù di 11inavolta che il dramma della Sardegna è il dramma del villaggio che non è potuto divenire città perchè lo &traniero ne soffocò la libertà nel momento in cui il suo popolo in movimento, la sua gente forte si apprestava a divenire nazione. Di qui la sua malattia storica, fatta di timidità e di orgoglio (un equivalente, questo, di una 'ben celata invidia) uniti a rinuncia, dispetto e odio per l'amarezza e il rancore di mancate conquiste. A1cuni affermano che soltanto in questi ultimi anni si siano offerte ai Sardi vere occasioni liberatrici, tra le quali la grande vittoria sulla malaria, flagello micidiale all'Isola per secoli, e la conquista dell'Ente Regione, strumento idoneo, nelle mani degli <StessiSardi, per il progresso e la rinascita della loro terra. [53] Bibloteca Gino Bianco
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