Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

commissioni in parte sono elette dai consigli comunali e vengono. c?stituite con provvedimenti del sindaco. Tra _non ~olt_o av:emo le ~utu~ ar~1~ane. eh: si aggiungeranno a quelle dei colt1vaton ~irettl, co~ _le mev1tab1h elez10m sanitarie per il trionfo di un nuovo B~nom1 dell ~rt1g1:n~to. . . Per ultimo abbiamo il disegno d1 legge dell ex m1n1stro Malvest1t1 che riproduce quello presentato alla Camera nel~'aprile del ,~952 d~l ministro Campilli che in quell'epoca era preposto al dicastero dell mdustna. L'impresa artigiana è, nell'art. I di questo disegno, definita come nell'art. 2083 del codice civile, presso a poco con le stesse parole: « Si considerano artigiani gli imprenditori che esercitano una attività, anche artistica, per la produzione di beni o di servizi, organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia, senza impiego di macchinari predisposti per la completa lavorazione in serie ». L'accenno ai macchinari ci sembra su-- perfluo e da eliminare se si vuole che la definizione sia il più possibile chiara. Il ritorno all'art. 2083 del codice civile è auspicabile. La definizione dell'im-- presa artigiana in esso contenuta rimane tuttora la migliore, con le precisazioni che la dottrina vi è andata via via facendo. Piuttosto preferiremmo chia-- rirla con una lieve modifica e suggeriremmo questa formulazione: « E' impresa artigiana quella che produce beni o servizi derivanti dalla attività diretta e prevalente dell'imprenditore e dei suoi familiari » • • Non ci sembra questa la sede per analizzare in dettaglio il testo della definizione suggerita; tuttavia non possiamo fare a meno di avvertire che non è nostro intendimento riaccendere la vecchia polemica tra coloro che ravvisano tra l'impresa artigiana e quella industriale solo una differenza quantitativa e gli altri che vi scoprono una differenza qualitativa. Forse i due criteri si integrano, ma siamo convinti che vadano superati da quello funzionale del quale è appunto espressione la formula proposta. Se infatti dalla attività produttiva e dalla organizzazione aziendale tra-- sferiamo la nostra indagine ai beni e ai servizi prodotti potremo, con mo,lta ntlnore difficoltà, individuare l'impresa artigiana lì dove in essi ravviseremo la presenza dell'opera diretta e prevalente (o principale) dell'imprenditore. Va da sè che il bene o il servizio prodotti non rappresentano che il punto di partenza dell'indagine che dovrà estendersi all'attività produttiva considerata nel suo ciclo completo. Ma una volta ricondotto l'artigianato nei suoi giusti limiti il problema aperto dall'art. 10 della legge Tremelloni resta insoluto. Le migliaia di trebbiatrici, piccoli frantoi oleari, fabbrichette di bevande gassate, piccoli lani-- fici, pastifici dal potenziale minimo, autotrasporti con un solo malandato veicolo e tante altre imprese di dimensioni modestissime, eppure nella maggioranza dei casi non artigiane, mandate avanti dalla tenacia dei titolari che vi spendono la loro manuale, quotidiana fatica con l'ausilio di qualche dipen- [52] Bibloteca Gino Bianco

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