Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

Editoriale La sensibile flessione elettorale dei comunisti a vantaggio dei socialisti, la liquidazione politica del nazionalfascismo, il successo diffuso della socialdemocrazia e la relativa ripresa dei repubblicani nelle loro tradizionali zone d'influenza: sono questi i dati fondamentali delle elezioni del 27 e 28 maggio; e questi, altresì, dovrebbero essere i dati fondamentali di orientamento per lo sviluppo della lotta politica italiana nei prossimi anni. Nella « nota della redazione >> scritta prima ancora delle elezioni, abbiamo espresso con estrema chiarezza - anche nei confronti di giornali amici - il nostro pensiero sulla stanca sopravvivenza del quadripartito, sui rapporti tra Nenni e Saragat, sull'apertura a sinistra, sull'atteggiamento da tenere nei riguardi dei comunisti. Non ci sembra necessario rettificare nulla di quello che si può leggere più avanti, in questo stesso numero della rivista: le elezioni hanno confermato alcune nostre valutazioni e hanno posto i problemi che noi avevamo individuati e sui quali appunto avevamo segnato le nostre, posizio11i.Giova piuttosto sviluppare alcuni punti che sono già al centro della polemica post-elettorale. Il primo di questi punti è quello che riguarda l'atteggiamento dei democratici verso i comunisti. È evidente che quando si chiede, come noi chiediamo, una ferma e intransigente politica di isolamento dei· comunisti, non si chiede in alcun modo una politica di « discriminazioni· anticostituzionali». È appena necessario ricordare che quando si è parlato di « misure ammi11istrative », discriminatorie nei confronti di questa o quella categoria di cittadini, Nord e Sud è insorta a difendere le leggi e lo spirito di uno stato di diritto. Ma accusare di politica «discriminatoria>>una certa coalizione di partiti che ti_enefuori da eventuali maggioranze uno a più altri [3] BiblotecaGino Bianco

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