un importo di 10 miliardi. L'Ente-Scuola avrebbe, in tal modo assicurato l'effettivo .finanziamento (7 ). Vi è, poi, una situazione favorevole al .finanziamento del piano, che va tenuta in grande considerazione. Com'è noto, l'I.N.A.-Casa, i cui compiti dovevano scadere il 1 ° marzo 1956, è stata prorogata di un altro settennio. Durante questi anni ,essa disporrà non soltanto dei contributi ma anche dei redditi delle ,costruzioni già eseguite ed abitate. Si tratta di somme considerevoli che potrebbero essere impiegate per il finanziamento di edifici scolastici. Basterebbe che l'Ente fosse a ciò autorizzato da una disposizione di legge (8 ). L'Istituto per reperire i fondi occorrenti al finanziamento del piano avrebbe, per legge, tutte le facoltà degli Enti « obbligati » all'edilizia scolastica, ma sarebbe sottratto alle Autorità tutorie. Esso, poi, avendo l'unico compito di contrarre mutui, avrebbe un personale specializzato ed istituirebbe contatti continui e diretti con gl'Istituti mutuanti, presso i quali dovrebbero crearsi appositi Uffici con le funzioni di svolgere soltanto le pratiche relative all'Ente-Scuola. Il sistema dei mutui non deve dare preoccupazioni per quanto riguarda gl'impegni da parte degli Enti locali, in quanto - come si è precisato nel particolareggiato esame 1dellalegge 9 agosto 1954 e 19 marzo 1955è prevista la garanzia dello Stato per i mutui contratti dai Comuni del Mezzogiorno e di altre << aree depresse», e l'intervento della Cassa per ( 7 ) A proposito del finanziamento del piano, da effettuare con mutui, ho ricevuto preziosi suggerimenti dal Sen. Paratore che ha scritto: << Il suo, progetto andrebbe completato con l'obbligo della Cassa Depositi e Prestiti di accantonare e destinare all'edilizia scolastica per mutui, almeno 20 miliardi di cui al progetto stesso, oltre ad una cifra da completare con mutui da contrarre con le Casse di Risparmio ». ( 8 ) L'I.N.A.-Casa - la quale, per legge, deve costruire soltanto case per lavoratori - è costretta ora, per dotare i suoi rioni di edifici scolastici, di servirsi dei Comuni, ai quali dà in prestito le somme occorrenti. È questo un precedente suscettibile di interessanti sviluppi. Date le sempre maggiori disponibilità dell'I.N.A.-Casa, il finanziamento del << piano per le scuole » mi sembra di facile attuazione. Basterebbe, come si è detto, una disposizione di legge che autorizzi l'Ente a spendere, per questo scopo parte dei suoi fondi. Si verrebbe a stabilire una solidarietà, altamente significativa •sul piano democratico e sociale, tra le forze del lavoro e quelle della scuola, solidarietà auspicabile non soltanto nel settore della costruzione degli edifici scolastici. [34] Bibloteca Gino Bianco
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