Lo Stato, i Comuni, la Scuola di Ferdinando Isabella La mia proposta di costituire un Ente con il compito di realizzare in dieci anni le aule scolastiche -che mancano nel nostro Paese è nata, come conseguenza logica, dai risultati di un'indagine su quanto è stato fatto in Italia dall'Unità ad oggi in questo importante settore. Chi esamina la legge fondamentale dei lavori pubblici, quella del 20 1r1arzo 1865, resta sfavorevolmente colpito dal fatto che, tra le opere che erano riconosciute d'interesse statale e venivano, pertanto, attribuite alla .competenza del Ministero :dei Lavori Pubblici, v'erano le strade ordinarie e le ferrovie, i canali di navigazione e d'irrigazione, i porti ed i fari, gli edifici pubblici ed i monumentì; ma non le scuole. . Purtroppo il problema della scuola non è mai stato abbastanza sentito nel nostro Paese. Nel 1860 le cifre che denunciavano la percentuale di analfabeti avrebbero dovuto destare serie preoccupazioni, specie nel Mezzogiorno dove in alcune regioni, come la Basilicata, l'analfabetismo toccava il 92% degli abitanti. Lo Stato si disinteressò, invece, del problema della costruzione degli edifici scolastici, il cui obbligo fu lasciato agli Enti locali. Per circa venti anni questi vi dovettero provvedere da soli, con le loro scarse risorse. Venne, poi, la legge del 18 luglio 1878, con lai quale furono previsti mutui di favore, con saggi d'interesse ridotti. In dieci anni furono spesi così circa 23 milioni, in massima parte nei grandi centri. Successivamente, :con la legge dell'8 luglio 1888, i benefici furono estesi agli asili infantili e fu stabilito ,un tasso d'interesse più basso per i Comuni più piccoli e più poveri. Anche questa volta i risultati furono scarsi. In dodici anni, solo 445 mutui per un importo di circa 19 milioni! [20] Bibloteca Gino Bianco '
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