• <li aver differenziate le sue posizioni da quelle britanniche. Purchè, naturalmente, questa differenziazione non si riduca al piccolo machiavellismo di non puntare tutti insieme su una carta sola e si sistemi, invece, in un più v,asto disegno politico. Sembra difficile che la Francia, confrontata col problema algerino, possa dar essa vita ad un tale disegno; e le principali responsa'bilità vengono perciò agli Stati Uniti. Ora, appunto, non pare che si possa dire che il Dipartimento di Stato abbia preci~ato una p.olitica a lungo· termine per il Medio Oriente: ed è certo che una siffatta politica non vedrà mai il giorno finchè i dirigenti di Washington continueranno a blandire l'Egitto e ad alimentare così una guisa nuova di neutralismo, fatto di ricatti e di minacce di vendersi al miglior offerente. I principali difetti del patto di Bagdad erano, dunque, che esso alimentava la frizione nell'ala orientale dello schieramento atlantico e insieme favoriva lo scatenamento di un risentimento anti-occidentale in alcuni paesi della Lega Araba. Esso, però, era fondato anche su una valutazione abbastanza esatta della situazione del mondo arabo: cioè che tra i vari . paesi della Lega non vi era affatto unità, e che perciò il solo modo di spezzare le velleità di coloro che aspiravano alla leadership della Lega stessa, e si trovavano quindi costretti a fare una politiCiaesasperatamente nazionalista, era di portare alla superficie le contraddizioni nascoste. Il patto di Bagdad annullava il sogno egiziano della leadership araba e insieme metteva in evidenza il contrasto tra la di11astia hachemita e quella saudita. L'Arabia Saudita si trovò isolata e ribaltata su un Egitto ormai all' opposizione, e che la sua politica am'bigua nel Maghreb rischiava di isolare anche dalla Francia. A questo punto il Cairo aveva una grossa Ciartada giocare: deteriorare i rapporti con Israele, far divampare di nuovo la guerriglia o almeno il pericolo della guerra sulle frontiere arabo-pales~inesi. Solo così poteva essere richiamata la Persia, resa più tiepida la partecipazione al METO del Pakistan, messa in difficoltà la Turchia: quello della guerr,a santa contro Israele per la riconquista delle terre usurpate era l'unico mezzo per rifare l'unità del mondo arabo e instaurare quella funzione-guida in cui l'Egitto trovava l' ersatz per la frustrazione della mancata unificazione della valle del Nilo. Ma a questo punto l'Egitto ha fatto anche la mossa sbagliata: ha cioè praticamente consentito l'intervento dell'Unione Sovietica nella regione. L'aver chiamato in Italia Luigi XII e l'averlo messo in possesso del terzo della penisola e l'aver degradato il [13] Bibloteca Gino Bianco
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