Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

.. da un lato riveste un certo carattere dottrinario, per altri versi è chiaramente destinata, se non proprio all'uomo della strada, per lo meno al lettore incompetente. Per l'economista essa costituisce una utile fonte di notizie, e dato il larghissimo (forse eccessivo) uso fatto delle pubblicazioni delle Nazioni Unite, una rassegna generale della posizione assunta nei cosiddetti ambienti ufficiali di fronte ai massimi problemi economici della nostra èra; e soprattutto essa offre l'occasione di chiarire alcuni punti che, sovente citati nella pubblicistica economica, non sono mai chiariti a sufficienza e si prestano a facili malintesi, specie da parte dei lettori non iniziati cui questo genere di pubblicazioni è principalmente rivolto. Conviene precisare anzitutto che la materia trattata abbraccia quasi tutti i problemi maggiori della vita economica odierna (piena occupazione, sviluppo economico, aree depresse, contabilità nazionale), mentre ai problemi specifici della pianificazione sono dedicate non più di una trentina di pagine: con l'avvertenza doverosa che questo naturalmente non costituisce un appunto al volume, ma tutt'al più al suo titolo. Quanto al contenuto, esso presenta in realtà la materia di due indagini: esso tratta da un lato del risollevamento delle aree depresse, dall'altro dello sviluppo economico dei paesi ricchi e industrializzati. Le due trattazioni non sono separate, ma si intrecciano e si alternano continuamente; fatto tanto più lamentevole se si pensa che si tratta di problemi diversi, che esigono differenti analisi e conducono a conclusioni divergenti, e che di conseguenza il lettore può essere facilmente indotto in grossolani e dannosi errori. L' A. parte da alcune premesse sociologiche e politiche esposte in modo assio... matico. Passate in rassegna (a volo d'uccello) le caratteristiche dello Stato nelle: diverse epoche della storia, si afferma lal neces~ità di adattare continuamente la struttura dello Stato al mutare delle condizioni economiche; solo questo processo di modellamento spontaneo può salvare dalle brusche svolte costituite dalle rivo1uzioni (p. 28). La politica economica degli Stati occidentali si trova in uno stadio essenzialmente arretrato, e questo conservatorismo, come il sostanziale immobilismo delle Nazioni Unite, giova più di ogni altra cosa alla penetrazione comunista (p. 43, 51). L'epoca attuale, caratterizzata dall'imponente sviluppo della tecnica e dalla formazione di imprese giganti, segna la fine dell'iniziativa privata; l'intervento pubblico nella vita economica è ormai da accettarsi come un dato di fatto necessario. Nel secolo XIX le condizioni economiche assicuravano (approssimativamente) una vita economica secondo il gioco della libera concorrenza; e, come è noto, quel sistema, se attuato pienamente, assicura la massima soddisfazione attraverso la massima libertà. Ma, oggi che la tecnica impone imprese di grandi dimensioni, viene meno il primo presupposto della concorrenza, che è quello del frazionamento dell'attività produttiva; e ciò, segna la fine del liberismo economico e· l'inizio dell'economia programmata (p. 18, 21). La caratteristica dello Stato moderno•. è costituita appunto dal fatto che gli in-- terventi nel campo dell'economia non so-- no attuati in modo sporadico e occasionale,. ma avvengono secondo un ordine prestabilito e fissato in un programma, che è il piano economico. La compatibilità fra piano e libertà politica viene ammessa. [117] BiblotecaGino Bianco

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