sumano, membro dell'Assemblea siciliana. In quello stesso processo si disse che i monarchici erano stati i reali amici di Giuliano, mentre la D.C. con Giuliano avrebbe avuto solo rapporti fatti di espedienti ed opportu- • n1smo. Coi rappresentanti monarchici Giuliano e Pisci:otta sostennero di aver tenuto quattro incontri segreti, di cui tre (ad Alcamo, Boccadifalco e Partinico) in casa di potenti mafiosi. Anche gli ex separatisti mantennero con Giuliano un'amicizia di guerra, perchè nel periodo della collaborazione con loro Giuliano aveva appreso molte cose compro•mettenti. Per due mesi dopo le elezioni di giugno, Giuliano parve giocare un gioco di attesa, e vi fu una relativa inattività nella sua banda. Egli passò il tempo in trattative con varie fantomatiche figure politiche, e il 15 agosto chiarì pubblicamente la sua posizione. Scrisse una lettera aperta a De Gasperi, e l'inviò al giornale L'Ora. In essa dichiarava che, poichè le promesse fatte dai deputati prima delle elezioni non erano state mantenute, la sua unica possibilità di azione era quella di continuare la lotta per una riforma, spogliando con la forza il ricco e dando al povero. La lettera finiva con un appello ai cara,binieri. Essi avrebbero dovuto comprendere - diceva Giuliano - che erano strumenti nelle mani del ricco, fatti combattere contro la propria carne e il proprio sangue, contro i propri fratelli nella miseria, per proteggere i privilegi degli oppressori. In questo periodo i carabinieri a Montelepre erano comandati da Giuseppe Calandra. Secondo sue dichiarazioni nell'estate del '46 Calandra si sarebbe trovato nella condizione di poter arrestare Giuliano in modo del tutto semplice. Egli era entrato in contatto con la madre di Giuliano, Ma- . ria Lombardo, ed aveva anche avuto l'opportunità di incontrare il bandito. Tuttavia non appena ebbe informato di ciò i suoi superiori, fu immediatamente trasferito da Montelepre a Palermo, senza preavviso o spie- • gaz1one. Sembra che fino al 1949 furono poche le volte nelle quali Giuliano non potè circolare più o meno Ii,beramente a Montelepre, nelle ore notturne, _scambiando qualche saluto con i carabinieri ... Nell'ottobre del '46 il Generale Branca, comandante dei carabinieri di Palermo, preparò un'aggiunta al suo precedente rapporto per i suoi superiori a Roma. Questa volta egli metteva l'accento sull'intesa del bandito con la mafia. La mafia - egli scriveva - questa organizzazione se- [98] Bibloteca Gino Bianco
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