Se ci riportiamo ad una indagine condotta anno per anno, risulterà che il complessivo flusso immigratorio nella capitale del Piemonte è in costante aumento dal 1950 al 1954 (salvo una lieve flessione registrata nel 1952): i 20.228 immigrati nel 1950 sono più che raddoppiati quattro ;inni più tardi: 41.589. Tra questi, i meridionali sono costantemente in buon numero. I dati del '55, che possediamo incompleti, ci dicono che, fino al mese di luglio incluso, gli immigrati in Torino sono stati 33.066, dei quali circa 8770 provenienti dalle regioni meridionali. Un'occhiata al movimento migratorio registrato dall'Ufficio Anagrafe di Torino dà questi risultati per regione: dal gennaio 1947 al dicembre 1954 sono entrati nella città di Torino: 1593 emigranti dagli Abruzzi e Molise, 4582 dalla Campania, 10296 dalle Puglie, 1256 dalla Basilicata, 4337 dalla Calabria, 8852 dalla Sicilia, 2614 dalla Sardegna, per un totale di 33.472. In realtà entrerebbero circa 4000 elementi l'anno: poco male, gente sicura, controllabile, costituita in gran parte da attendenti a casa, impiegati, esercenti, studenti, medici, avvocati, ingegneri, numerosissimi funzionari statali; e poi custodi, uscieri, f,attorini. Il 1:1umerodegli studenti meridionali venuti a completare i loro studi è molto alto nella facoltà d'ingegneria; giovani che, conseguita la laurea, di solito vengono assunti dalle industrie torinesi. Sono moltissimi, inoltre, gli immigrati « legali» che possiamo tr.ovare presso tutti gli enti statali e parastatali, piesso gli Uffici del Tribunale e della Questura. Un'indagine sv.olta presso il Patronato scolastico indica che la percentuale degli immigrati meridionali è addirittura del 65 %-Su 20 impiegati di ruolo, 13 provengono dall'Italia meridionale. I loro stipendi si aggir~no da un minimo di 28 mila lire mensili a un massimo di 80 mila, dopo più di quarant'anni di servizio. Tuttavia essi, rispetto agli immigrati in questi ultimi anni, si trovano in condizioni privilegiate, poichè hanno un'occupazione più o meno sicura e si sono ormai ambientati. L'emigr.azione a Torino si fa preoccupante, invece, per la gente che, non avendo la residenza, non è possibile controllare. Si calcola addirittura che i « clandestini >> abbiano raggiunto un flusso di circa 3000 al mese. Per questa gente, in ·particolar modo - che poi va a vivere nei dormitori di via Orme.a, negli « slums » di corso Polonia, nelle casermette di Borgo S. Paolo e di Altessano, nelle autorimesse della Barriera di Milano e della [79] Bibloteca Gino Bianco
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