diretta da un ex deputato democristiano, caduto alle elezioni del '53, l'avv. Italo Greco. Il numero del 12 settembre pubblicava in prima pagina la ppstorale già citata, che risaliva a circa un mese prima; ad essa facevano ala due articoli entr 1 ambi sul problema della malavita: un editoriale a firma del direttore e in una rubrica dal titolo « Forche Caudine>>, un corsivo anch'esso ' attribuito al direttore. Se il fondo, con il vistoso titolo << Operazioni sbagliate», indulgeva alla demagogia campanilistica, deplorando il modo offensivo col quale si er1 a impostata una necessaria operazione di polizia, il corsivo, invece, firmato •con l'originale p.seudonimo di Bergerac 1 si lasciava andare ad affermazioni assai interessanti e che è bene riportare per intero: << La malavita si forma di conseguenza in noi per il senso di sfiducia nella giustizia; nasce al servizio della faida amministrativa e politica, serve per necessità di vita ... Non alla nostra terra, non alla nostra ger1te, la responsabilità di tutto questo per cui vive ed opera la malavita ... I responsabili sono i poteri costituiti, taluni ceti che la pretendono a dirigenti e non pochi uomini dalla faziosità ambiziosa. Noi accuserem·o i poteri costituiti di non sapere reprimere la malavita. Accuseremo alcuni ceti di fomentare la malavita. Accuseremo gli uomini della faziosità ambiziosa di servirsi della malavita. Dimostreremo che i poteri costituiti finiscono da noi con l'essere succubi di partiti senza consistenza che fomentano la malavita per mantenere le loro . . ~ pos1z1on1. Dimostreremo che sono i maneggioni che non hanno idee, ma posizioni personali da sostenere, che affidano alla malavita le sorti della loro rappre- . . ' senta t1v1ta. Dovremo, è vero, riconoscere che tutto ciò può accadere in regime di malintesa democrazia. È pur vero, infatti, che in regime quanto si voglia deprecato di dittatura fascista, abbiamo sopportato una malavita di regime 1 ma ci si è fatta grazia di una peggiore malavita quale è quella che nel Mezzogiorno,, co,me ai tempi del giolittismo, oggi pretende di creare il piedistallo di effimere personali fortune col disonore di una terra che ha sortito da natura ben altre capacità per il suo morale e materiale divenire. Sarà senza dubbio questa nostra una più dura e veemente battaglia, ma noi ne abbiamo oggi squillato la diana ... Sarà quel che sarà ». [68] Bibloteca Gino Bianco
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