Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

Ci rivolgiamo in special modo a coloro che godono personale prestigio e autorità, perchè dell'uno e dell'altra si servano in difesa del debole e dell'oppresso, mai per coprire l'iniquo e il prepotente» (dall'Azione Popolare del 12 settembre 1955). Ma infine la sanzione definitiva .all'effettiva esistenza di misteriosi ' ' legami del tenebroso mondo della società ,con quello delila politica, o 1 per lo meno con le scorie di quest'ultima, sembrava venire ·proprio dalla fonte più degna di fede, per l'autorità della carica e per gli stessi mezzi di accertamento di cui poteva disporre: il Ministr10degli Interni. L'on. Tambroni, proprio nel corso di quell'intervista al Tempo cui si è accennato, e che, se non andiamo errati, rappresenta la prima ufficiale dichiarazione sulla repressione del banditismo calabrese, così definiva il fenomeno: << Non credo che si tratti di un fenomeno di banditismo vero e proprio, ma piuttosto di un governo della malavita che aveva paralizzato• ogni reazione e in talune zone aveva creato timori, soggezione e terrore». Prometteva inoltre che le leggi sarebber.o state << tutte rigoroslamente applicate», « dovunque e contro chiunque», e rassicurava· l'opinione pubblica ~ sulla propria intenzione di << andare fino in fondo, e, quel che più interessa, senza riguardo per nessuno ». L'applicazione concreta di queste direttive era già in corso a Reggio cl.acirca 15 giorni; e si basava su una vig.orosa azione per catturare i latitanti (si parlava di alcune centinaia di uomini annidati tra le forre e le macchie dell'Aspromonte), condotta con grande spiegamento di forze; e di una parallela iniziativla per scoraggiare i favoreggiatori, attraverso l'attività della commissione per il confino, che inviava periodicamene schiere di pregiudicati al domicilio coatto. Tutto questo era valso ad attirare sulla provincia e sul c,apoluogo uno sciame di << inviati speciali», che, poco esperti dell'ambiente ed alla ricerca di un facile grandguignolesco colore, si mossero come il classico ele{ante nella cristalleria, offrend.o il destro alla demagogia campanilistica di coloro che sembravano desiderosi di insabbiare ogni cosa. In tal senso si riscontravano numerose reazioni nell'ambiente politico e giornalistico reggino. Non sarà forse male ricordarne alcune. Il 13 settembre un consigliere comunale monarchico di Reggio Calabria, l'avv. Giuseppe Tripepi, congiunto del senatore Domenico, presentava [66J Bibloteca Gino Bianco

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