compiuti dal Governo affinchè si addiveniss e alla stipulazione dell'Art. 69 del trattato della CECA, che instituisce la Carta del Lavoro, in Europa per la libera circolazione della manodopera nei p aesi della c·omunità. Tale documento ha un'importanza fondamentale per g li svilup•pi futuri delle possibilità di lavoro in Europa e rap,presenta ·un utile - completamento degli sforzi per la industrializzazione del Mezzogiorno. È stata istituita inoltre, presso il Con•siglio d'Europa, una Commissione per la sovrapopolazione che ha p.rovveduto ad elaborare un piano per la soluzione del p-rdblema dell'eccesso di pop1olazione, mentre, in seno all'OECE, l'apposito Con1itato della manodo·pera tende ai medesimi scopi, della liberazione dei movimenti di lavoratori fra i paesi euro-pei. L'interessamento di tali organismi a questi pro-blemi sta a dimostrare la necessaria coordinazione delle nostre possibilità emigrato 1 rie con quelle ricettive degli altri paesi; e ,con- ferma inoltre che il prob.Jema demografico dell'Italia tnon rappresenta un peso, come spesso è stato affermato, ma, al contrario,, un elemento di forza indispensabile al futuro sviluppo dell'eco,no ,mia europea. In questo sen•so è stato p,iù volte affermato che bisognerà stimolare le future correnti migratorie inter-europee dai .paesi dell'Europa me ridionale, ancora in cors:o -di trasformazione da agricoli iin industriali, e quin di con. limitata capacità di assorbimento demografico., verso i paesi industria li di vecchia data, ,dell'Europa settentrionale, occidentale e centrale, nei q uali già cominciano a verificarsi gli effetti dei regressi demo-grafici, dovuti al loro tasso di natalità molto basso, e soprattutto gli effetti -della avanzata indus trializzazione e del connesso sviluppo di sempre nuove « attività terziarie ». Prima però che tali istanze possano concreta rsi in pratiche realizzazioni, altro tempo dovrà probabilmente passare; l 'evoluzione della mentalità europea verso un mercato comune deve ancora vincere definitivamente l'ostacolo tradizionale dei pregiudizi nazio1na.Iistici; molte difficoltà si dovranno superare prima che la libertà di emigrazione in Europa sia riconosciuta unanimamente come il mezzo più efficace per acc elerare il ritmo di accrescimento del reddito dell'Europa occidentale e, da un p•unto di vista politico, come un diritto di tutti al lavoro, nell'interesse -comu11e. La realtà attuale è am.cora molto lontana dalle condizioni sperate, in q uanto la mo,bilità internazionale della mano·dopera, cl1e subito dopo la guerra aveva subito una pur modesta ripresa co,n il graduale ritorno a co1ndizioni economiche normali, mostrereb~be ora, seco,ndo alcuni, una tendenza a c ontrarsi. Questa tendenza è stata messa in luce recentemente nel VII Rapport o annuale dell'OECE, in cui si rileva che mentre in alcuni paesi euro.pei, per taluni settori, si nota ormai un'acuta carenza di manodopera, specialme nte qualificata, i moì\TÌmenti di mainodopera in Europa rimangono deboli. Essi, secondo il Rap-porto, sono senza dubbio aumentati nel 1955; ma non nel.la misura sufficiente a ri 1durre la scarsità di lavoratori, là ove sussiste; nè , a ridurre la disoccupazione strut- [46] Bibloteca Gino Bianco
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