Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

senso di responsabilità, è abbastanza giovanile, e fisicamente e moralmente, per cui dà il massimo della sua attività alla scuola. Purtroppo, in materia di assistenza agli alunni il discorso diventa grave. L'asilo infantile, costretto in quattro mura vecchie ed umide, è affidato alle monache. Dopo molto battagliare, finalmente si è riusciti ad ottenere una refezione scolastica: il finanziamento nella maggior parte viene dagli Aiuti Internazionali, che contribuiscono per 162 mila lire all'anno, avendo ora ridotto di gran lunga la iniziale quota d'intervento. Per cui, mentre nel 1954-55 il numero degli alunni partecipanti alla refezione scolastica era di 250, nel presente anno essi si sono ridotti giusto alla metà. Tale refezione invece dovrebbe potersi espandere quantitativamente e qualitativamente, dato l'ambiente prettamente contadino, dove, cioè, i genitori degli alunni si assentano praticamente per tutta la giornata. Ma il Patro11ato scolastico, ci si dice, è povero; a stento riesce a sostenere la propria parte delle spese di gestione della refezione scolastica, anche perchè il Comune praticamente non interviene con i contributi che sono obbligatori per legge. Tuttavia, lo stesso patronato, con varii proventi del l\1inistero (e 160 mila lire, inviate dallo stesso, recentemente, sembra che siano servite anche alla propaganda politica del partito di maggioranza) e con quelli derivanti dalla giornata di sottoscrizioni ad esso dedicata ogni a11no, riesce ad assicurare a 120 ragazzi i libri scolastici, con una spesa circa di 90 mila lire. Di altre forme di assistenza è inutile parlare: nè concerti musicali, nè spettacoli teatrali o cinematografici; nè tanto meno attività sportive, percl1è, tra le tante cose che non esistono, è la palestra di ginnastica. Scuole postelementari. - In questo campo Buccino ha usufruito, e cojntinua ad t1sufruire, con alterne vicende, delle provvidenze ministeriali. Attualmente esistono le scuole popolari e i cosiddetti corsi << di richiamo » : in numero di tre le prime, e in forma continuata per quasi tutto l'anno; in numero di due i secondi ma per sole quaranta lezioni. Le prime, come si sa, sorsero originariamente per risolvere il problema dell'educazione degli adulti, ma invece servirono a porre rimedio soltanto all'analfabetismo strumentale degli stessi (F. Merelli: L'Educatore italiano, a. III, n. 5), mentre i secondi sono stati istituiti per quei ragazzi o adulti che già sono forniti della licenza elementare, e che vogliono ricordare, << richiamare », le vecchie nozioni imparate a scuola anni prima. Anche a questi speciali corsi la frequenza è abbastanza sensibile: infatti, gli iscritti volontari sono 40 per le scuole popolari e 50 per i corsi di richiamo. Il che denota ancora la volontà di apprendere di questi ragazzi, che ad una certa età si pentono di non aver appreso prima le nozioni elementari del sapere. Altra scuola postelementare, o speciale, impiantata da pochissimo tempo a Buccino, è la cosiddetta scuola di zona: meglio ancora si potrebbe chiamarla [39] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==