}astici, sulla inefficienza delle attrezzature e dei sussidi didattici, sulla necessità dei turni; sulla carenza in provincia delle scuole a carattere tecnicoprofessionale. Sosterremo ancora che i mali di cui soffre la nostra scuola media trovano la loro prima e più profonda origine nella scarsa preparazione degli insegnanti? Si guardi adesso alle scuole private (gestite in gran parte da compagnie religiose): qui ambienti ampi, luminosi, attrezzatissimi; insegnanti - contrariamente a quanto si crede dai più - rigorosamente selezionati, continuità didattica, assistenza completa agli allievi, che vi trovano il doposcuola, il convitto, i ripetitori; qui classi funzionanti regolarmente dal I O ottobre, ridotte al minimo le assenze dei professori, rigorosa la disciplina. Ci si meraviglia che esse siano in grado, nonostante le tasse elevate, di affrontare vittoriosamente la concorrenza con le scuole di Stato? A Roma esistono due soli Licei Scientifici statali: il Cavour ed il Righi, e più di venti Licei Scientifici parificati! Nasce legittimo il dubbio che questa concorrenza, lungi dall'essere cornbattuta, sia invece incoraggiata. Non è stato un ministro democristiano ad affermare che le scuole private colmavano una lacuna ed affiancavano l'opera dello Stato nel settore dell'istruzione? E negli stessi giorni in cui si comunicava ai professori delle scuole di Stato che, per imprescindibili ragioni di bilancio, non si potevano accogliere le loro richieste, non ha l'on. Maria Jervolino chiesto per le scuole private italiane quelle sovvenzioni che le loro consorelle hanno già ottenuto in Belgio ed in altri paesi cattolici? · E passiamo ai concorsi attraverso i quali vengono selezionati gli insegnanti. In questo dopoguerra (e son passati undici anni) ne sono stati banditi tre, rispettivamente nel '47, nel '51, nel '53; l'ultimo di essi è in corso di espletamento. Anche qui sarebbe utile ricorrere ai dati ed alle cifre: si rileverebbe, ad esempio, che nel '51 furono presentate, per 754 cattedre di lettere nella scuola media, 21.000 domande; e per 15 cattedre di italiano e storia negli istituti magistrali, 12.000 domande. Nella formazione delle commissioni furono affiancati a illustri docenti universitari insegnanti medi meno illustri, e furono stabilite alcune sottocommissioni, in proporzione al numero dei candidati: con quale vantaggio per la uniformità dei giudizi e per la serietà della prova ognuno può dedurre da sè. Ancora: si costrinsero gli idonei e gli abilitati a ripetere l'esame, sovraccaricando di lavoro i commissari, i quali, nelle loro relazioni conclusive, non avevano mancato di far rilevare all'on. Ministro questo inconveniente, facendo voti che venissero assunti nei ruoli almeno coloro che avessero superato la prova ottenendo il voto di 70/100. l\1a c'è di più: la valutazione ,dei titoli è ordinata in modo da r~ndere praticamente impossibile l'accesso alle cattedre ad un giovane anche valorosissimo, fornito della sola laurea. Ce n'è a sufficienza per scoraggiare anche [34] Bibloteca Gino Bianco
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