Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

di bilancio - di fondi da reperire per venire incontro alle richieste economiche della categoria -, l1a ottenuto il doppio effetto: di allarmare l'o1Jinione pubblica ostile a 11uovi inasprimenti fiscali (e di presentare quindi i professori come pericolosi nemici della stabilità monetaria) e di eludere la questione di fondo, quella del risanamento della scuola di Stato. La polemica si è polarizzata sulla questione finanziaria e le due parti hanno assunto posizioni di intransigenza, dalle quali, per la verità, solo il Fronte Unico della Scuola ha saputo parzialmente recedere riducendo le proprje richieste. Il Governo si è rifiutato di porre il dito sulla piaga; e non è chi non veda come i provvedimenti annunziati - che ci riserviamo di discutere a parte - siano lontani dal risolvere la crisi della scuola media italiana. Qual è la reale situazione in questo delicatissimo settore della vita nazionale? Se ne discute da tanto tempo, ma siamo convinti che una esauriente relazione, confortata da dati e cifre, che inducesse l'opinione pubblica a riflettere seriamente sul problema, creerebbe nelle persone pensose dell'avve11ire del paese un allarme ben più grave e giustificato delle preoccupazioni filistee di un aggravio del debito pubblico (oggi che si sperpera allegramente tanto denaro dei contribuenti in sovvenzioni ad imprese ed enti di assai dubbia utilità!). Solo un terzo delle cattedre delle scuole medie italiane è affidato a professori di ruolo; gli altri due terzi sono affidati annualmente - su domanda rivolta al Provveditore agli Studi della Provincia - ad incaricati, ordinati in una complicata graduatoria di preferenze, in virtù delle quali, quasi sempre, chi ha insegnato l'anno precedente nel liceo di X si vede affidato l'anno successivo un i11carico di insegnamento nell'istituto di avviamento di Y. Si consulti l'annuario pubblicato a cura del Ministero della Pubblica Istruzione: si perverrà ad istruttivi rilievi circa questa « rotazione » alla quale gli incaricati vengono sottoposti. A questo bisogna aggiu11gere che molti insegnanti vengono nominati nel 1ne e di dicembre, quando le scuole dovrebbero funzionare regola1nente orinai da due 1nesi e si è giunti alla vigilia della chiusura del primo trimestre! Questi incaricati percepivano, sino allo scorso anno, uno stipendio aggirantesi intorno alle 35.000 lire e percepiscono oggi poco più di 45.000 lire. Le autorità scolastiche, forse rendendosi conto del fatto che con uno stipendio del genere, non si può chiedere a tali insegnanti la permanenza in loco, han concesso agli stessi il permesso di viaggiare: molti docenti, conservando la residenza in città, raggiungono la loro scuola di provincia coprendo giornalmente, in treno o in pullmann, 150-200, e persino 250 chilometri, tra andata e ritorno, per complessive 5 o 6 ore di viaggio. Se si pensa che molte scuole di provincia funzionano senza alcun titolare, si avrà un'idea del caos che regna in questo settore. Spendiamo ancora qualche parola sulla insufficienza degli ambienti sco- [33] Bibloteca Gino Bianco

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