Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

Il 27 maggio è destinato allora a rispondere negativamente all'interrogativo da noi posto in principio? Non esitiamo a credere che l'importanza maggiore della prossima consultazione nel Sud sarà data dai suoi sviluppi post-elettorali, dal modo come saranno affrontati e risolti nella maggioranza dei casi i problemi per la formazione delle giunte provinciali e comunali. Allora la Democrazia Cristiana si troverà di fronte alla difficoltà e al pericolo di esser costretta a collaborare in metà del Paese con i gruppi con- . siliari della sinistra socialista e nell'altra metà con i gruppi consiliari di una destra definitivamente squalificata e squalificante, definitivamente caiante nelle sue fortune elettorali. Allora il P.S.I. stesso si troverà di .fronte alla scelta fra una definitiva rinunzia a tuttora permanenti equivoci della sua azione e la responsabilità di imprevedibili involuzioni di tutta la situazione italiana, ma particolarmente dì un mancato rinnovamento delle dirigenze amministrative meridionali. È quest'ultimo, in fondo, l'aspetto di maggior rilievo del prossimo I quadriennio amministrativo. Giusti ci appaiono invero i rilievi avanzati a questo proposito dal settimanale Basilicata: << l'esperienza di questi dieci anni dimostra>>, esso ha scritto, << che non solo i democristiani con l'inevitabile •Contornodelle clientele locali, ma gli stessi comunisti e loro alleati 110nhanno saputo agire concretamente nel settore dei numerosi problemi locali. Fatta la debita tara alle difficoltà frapposte dalla legislazione vigente che tanti fastidi arreca alle amministrazioni locali, si può però affermare che proprio le maggioranze di sinistra, analogamente a quelle di centrodestra, sono venute meno, in tutto il Mezzogiorno, sul piano dell'e realizzazioni concrete, anzitutto perchè a tali maggioranze è mancata la indispensabile capacità tecnica, che può derivare da una particolare visione politica e quindi da un metodo>>. E Basilicata ha anche giustamente ricordato che << quanto più sarà modificato l'attuale rapporto politico-amministrativo, tanto più sarà fatto un ,passo in avanti nella modernizzazione della nostra vita politica ». Avrebbe perciò un'influenza addirittura deleteria una eventuale paralisi della vita amministrativa nelle nostre regioni. Ma no11meno deleteria - per chi sinceramente aspira a un Mezzogiorno più liberale - sarebbe l'influenza di amministrazioni fondate sull'accordo fra la D.C. e i residui del- [17] Bibloteca Gino Bianco

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