Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

n1ocratica del principio della divisione dei poteri e quando amn1ette che esso possa talvolta agire in senso democratico (p. 91). Ma di maggiore interesse appaiono le sue osservazioni sui rapporti intercorrenti fra democrazia e concezioni della vita. Osservata da una prospetti va filosofica, l'antitesi autocrazia-democrazia appare al K. un aspetto e una conseguenza della antitesi fra la concezione metafisica e mistico-religiosa del mondo e una concezione relativistica che rifiuta l'idea di un assoluto che trascenda l'esperienza sempre mutevole; alla concezione del mondo metafisica e assolutista si ricollega - (afferma il K. p. 108) - una attitudine autocratica, mentre alla concezione critico-relaJivista è logicamente connessa una attitudine democratica. Questo tema del rapporto di ~oncordanza fra assolutismo filosofico e poli• tico e fra relativismo della conoscenza e forma di governo democratico è ampiamente svolto non solo nel secondo saggio, che ad esso è esplicitamente dedicato, ma anche nello scritto successivo in cui il K. espone il suo giudizio negativo su i vari tentativi fatti, da Platone a Kant, per definire il concetto di una giustizia assoluta con metodo razionale e scientifico. Ed egli conclude la sua ana- .. lisi critica delle varie concezioni della giustizia con l'affermazione che è impossibile trovare razionalmente una norma per un comportamento giusto la quale abbia valore assoluto, cioè una norma ~he escluda la possibilità che venga ritenuto giusto anche il comportamento opposto. Il relativismo induce ovviamente a ritenere che la giustizia assoluta è un ideale irrazionale, ma il Kelsen non esita a dedurre dalla dottrina relativistica dei valori un principio morale, e cioè il principio della tolleranza, l' esigenza di comprendere benevolmente 1~ opinioni religiose e politiche altrui, anche se non condivise, e perciò di non impedire che esse possano pacificamente esternarsi. Il saggio termina con la professione di fede che per l'uomo di cultura la giustizia è quella della pace, della democrazia, della libertà e della tolleranza. Come appare dalla sommaria esposizione, l'importanza dei saggi sta proprio nella accentuazione delle istanze Iiberali dell'ideale democratico, nel promovimento dello spirito critico e nella difesa della fecondità del dialogo e delle opposizioni, e nella lotta, anche sul piano politico, al dogmatismo e all'assolutismo. Dogmatismo e assolutismo che minacciano gravemente la democrazia come è oggi intesa da una dottrina politica che presun1e di essere unica interprete e custode dell' autentico ideale democratico e che sopprime i fondamentali diritti di libertà: il riconoscimento dei quali sul piano costituzionale~ preparò l'organizzazione dello Stato fondato sul consenso, cioè dello Stato democratico, che rappresenta un ulteriore accrescimento dello stato liberale. La crisi dell'ideale democratico sta appunto nella eclissi della libertà e nella diffusa convinzione che democrazia e regimi totalitari possano coesistere. Ma la libertà va difesa anche dalla forza del numero e dal relativismo; e in questo senso significanti ci sembrano le pagine del volume in cui il K. professa la sua fede nella integrazione e nella solidarietà tra l'ideale democratico e quello liberale. In tal modo si è certamente fuori del piano [108] Bibloteca Gino Bianco

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