Nord e Sud - anno III - n. 18 - maggio 1956

MERLEAU-PoNTY: Les aventures de la dialectique (Gallimard - Paris - 1955). L'ideologia comunista non è che una delle dimensioni della realtà comunista: ripercorrere, perciò, le più recenti tappe della sua storia può essere un modo efficace di rendersi conto delle contraddizioni di questa realtà, un modo forse più efficace di analisi politiche o economiche o sociali che l'insufficienza dei materiali a nostra disposizione rende assai difficile. F: muovendo da tale impostazione generale che Maurice Merleau-Ponty, in un suo libro recente di cui non si è forse parlato abbastanza in Italia Les aventures de la dialectique, riesamina l'opera di Max Weber, di Leone Trotzski, di Lukàcs e di altri teorici del << marxismo occidentale » e finalmente di Sartre, per dimostrare non solo le aporie del pensiero marxista, n1a addirittura la morte della dialettica in una conseguente dottrina della rivoluzione. Si potrebbe forse osservare che non valeva la pena di polemizzare per centoquaranta faticose pagine contro un solo saggio di Sartre; pure, a parte la considerazione che a volte lavori del genere sono utili ed anzi necessari, non si deve dimenticare che qui il filosofo esistenzialista diventa piuttosto un idolo polemico, assunto a simboleggiare un modo di penRECENSIONI siero ed un atteggiamento pratico. Queste pagine dimostrano, infatti, abbastanza esaurientemente quanto singolare e comunque pieno di confusioni di equivoci e di errori sia stato quell'incontro tra certo esistenzialismo di marca prevalenten1ente francese e il n1arxismo, che è stato uno dei fenomenti intellettuali più curiosi di questo second,J dopoguerra. Anche se sul piano culturale esso non potr~ certo essere tenuto completamente sterile, poi- , chè ha indotto a fare più attenzione di quanto non se ne facesse prima al Marx <<giovane», sarebbe tuttavia avventuroso affermare che un tale incontro si sia rivelato a lungo andare fecondo di robusti frutti filosofici. Ma non si deve dimenticare neppure che polemizzando con Sartre, di cui è stato per molti anni amico e per così dire <<confìlosofo », Merleau-Ponty polemizzava con se stesso, sia pure con un diverso e più antico se stesso. Perchè anche egli faceva parte di quella scuola esistenzialistica francese cui si è accennato, che attraverso lo studio della fenomenologia tedesca era giunta fino a Marx e nel filosofo della rivoluzione proletaria aveva trovato in qualche modo, negli anni della guerra e dell'immediato dopoguerra, soddisfazione delle proprie esigenze di rinnovamento [102] Bibloteca Gino Bianco

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