« La venerazione delle masse in quanto tali, e non considerate nei pregi d'ogni singolo che le compone, può giungere all'inserimento della guerra civile nella costituzione dei popoli, e propaga il costume vile del fascismo d'inchinarsi alla violenza come al rivelato giudizio di Dio » (20 ). Ma in realtà conclamare venerazione per le masse è un'astuzia per servirsene ed asservirle, o, come s'ama dire, per organizzarle. Omcxleo si scagliava con bibliCiaviolenza contro il mito e quasi la deità a sè stante dell'organizzazione, che seduceva, come sempre seduc~, i puri tecnici-della politica: <<L'organizzazione... è il procedimento dei partiti-galere, dell'abbrutimento degli uomini in servi stupidi. L'organizzazione è cosa ben diversa dal processo rigoglioso con cui ogni indirizzo organicamente si svolge e si afferma nel mondo. Guai se gli Apostoli o Maometto o Lutero avessero avuto questo chiodo dell'organizzazione, che ricorda i ruolini di marcia, gli schemi (spesso risibili) e le previsioni (spesso inutili) della vita militare. Chi ci libererà da questa orrenda infiltrazione del militarismo nella libera vita dello ~pirito, che fu il delitto grande di Ignazio di Loyola? Organizzatori non furono i grandi creatori politici, Washington, Mazzini, Cavour, e nella realtà neanche Lenin lo fu: l'organizzazione sovietica infatti seguì, non precedette la rivoluzione di ottobre» (21 ). Conosciamo le .obiezioni che si possono fare, e i11 qualche minima parte le accettiamo. Se l'azione politiqa non vuol limitarsi ad uno sterile donchisciottismo occorre pure che le posizioni ideali si convertano in forza, e in regime democratico parlamentare a suffragio universale la forza è data sopriattutto dal nu1nero dei voti. Tanto più se si vuole - come Omodeo voleva - un << allargamento del liberalismo verso il limite della democrazia» (22 )., se si vuole una saldlatura tra « le due Italie di cui parlava nell'Ottocento il De Meis, quella plebea che vive di fantasia e mito e quella della classe che vive di cultura e di pensiero » (23 ), sembra ineluttabile concedere qualcosa alla partitocrazia coi suoi ferrei apparati, senza dei quali, tra· l'altro, il voto delle masse peserebbe nel modo più inconsulto e capric- ( 20 ) I, p. 128. ( 21 ) I, p. 11. ( 22 ) I, p. 529 sgg. ( 23 ) Ccfr. II, p. 123 sgg., e segnatamente p. 126. [95] Bibloteca Gino Bianco
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