darmi soggezione. Ma più che dello storico e dello scrittore, parlo dell'uomo ardente e coraggioso, nel cui cuore, in quella sua apparente solitaria scontrosità, bruciava una grande fiamma nascosta. Per essa si è speso senza rfsparmio, senza pietà delle sue forze » (11). Non si dicono qui queste cose per il mero gusto della commemorazione, ma perchè queste testimonianze dimostrano il valore espansivo, e pertanto politico, di una tale fede nella libertà. Rileggere L'Acropoli significa ricevere molte lezioni particolari: significa cioè rimeditare incessantemente sul nostro recente passato, rivagliare fatti e giudizi, cogliere aspetti che forse ci erano sfuggiti; ma signifiCjasoprattutto accogliere quella grande lezione, col congiunto corollario della fiducia nella provvidenzialità della storia non per stupido ottimismo, ma proprio attraverso l'esame della dura realtà effettuale. Già di questa fiducia egli era stato maestro pur nella << angoscia senza sf.ogo» provata durante la tirannide. Egli scriveva nel '41 a Galante Garrone: << Lavoro sempre, anche se di tanto in tanto risento un po' di stanchezza. È una specie di ~lcoolismo intellettuale per stordirmi>>. Era solo espressione di malumore, o forse nepp,ur questo, ma soltanto pud.ore e ritegno. Ben _hanotato Galante Garrone che << proprio qui, in questo riprendere la lotta con le sole armi del pensiero, era lo slancio più grande del1' animo suo»; é opportunamente ha richiamato alcuni giudizi di Omodeo stesso su Gioberti, che << ricercava nel pensiero la s.oluzionedel punto morto della politica>>,ed altre, altissime parole del maestro, che illuminavano la via da lui scelta: << rifugiarsi nel pensiero inaccessibile a tutte le tirannidi, come Elia presso il Dio di Oreb, e della verità che non muore, ed opera eterna e feconda, sublimare l'amarezza dei giorni tristi, e diventar la voce della cultura che suggella i popoli, ~ima dell'anima loro» (12 ). Recuperata la libertà, Omodeo potè nutrire qualche generosa illusione, non abbandonarsi però all'ebbrezza dell'ottimismo; anzi, primo, o tra i primi, scorse · malanni e pericoli nella realtà che ancorp. viviamo. Ma neppure mai cadde nella rassegnazione e nella pura rampogna moralistica. Cogliere quei segni di malattia significò per lui una più precis;aimpostaziòne dei problemi e una maggiore dedizione a risolverli. Un tale spirito è precisamente l' op- ( 11} I vi, p. I\!. ( 12) Vedi ivi, pp. XXXI e XXXII. [89] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==