Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

• simo sguardo la natura e l'estensione di certi fenomeni nel loro formarsi: fenomeni destinati ad avere gran parte nella problematica politica degli anni successivi. Così andava maturando, nell'uomo da tavolino, un tempe~ ramento politico di prim'ordine. Ed ancora il rievocarlo si colora di rimpianto, tanto più se si pensa alla salutare medicina che anche le asprezze più p,alesemente ingenue ed impolitiche del suo carattere e della sua opera avrebbero potuto somministrare, in seguito, ad una classe politica non sempre lungimirante nè sempre coraggiosa, con quel loro primo impulso, che fu sempre, scopertamente; passione di libertà e rigore morale. ma solo critica politica, in nome, appunto, di una intelligenza e di una volontà politica: << critica degli ideali e critica degli uomini, calcolo delle forze e calcolo dei limiti » {I, pg. 8). Anzi il carattere concretamente politico di questa critica veniva in lui accentuato dal vedere in essa, come meglio risulterà in seguito, l'unica arma possibile contro il qualunquismo. 2) Pertanto egli teneva a distinguere nettamente la critica politica dalla storica: << La storia è la contemplazione della genesi del reale: essa opera sorpassando il concetto di causa e quello della responsabilità connesso con la causalità. Ma, come è stato ben detto, la storia è il preludio dell'azione, l'analisi dei presupposti da cui dobbiamo irrompere come volontà operante nella libertà. È perciò necessario aver presente che nella critica della politica, a differenza della critica storica, bisogna servirsi dei concetti di causa e di responsabilità in quanto il processo del mondo diviene la nostra libera volontà che è responsabile e vuol essere causa efficiente di un nuovo sviluppo. Lo storico futuro potrà spogliare in seguito la nostra azione da questo legame con la nostra persona, ma in ogni momento il processo del mondo coincide con una individuale volizione libera e responsabile». Omodeo addirittura temeva << l'intrusione della forma storica » nella critica politica, intrusione tipica negli << schemi della filooofia della storia», specie nella << più invadente e prepotente filosofia della storia, la marxistica », ma anche nell' << arianesimo e sue degene-- · razioni», nell' << autovagheggiamento fascistico delle svolte storidhe compiute dal duce », e infine in << certa vaga problematicità per cui siamo inclini talora a lasciare la risposta ai posteri, invece di accollarci il peso della decisione » (ivi, p. 9). Si badi ancora che l'usurpazione della forma storiografica gli appare nociva alla critica politica, e non già la contemplazione del passato, che abbiamo visto da lui chiamata preludio dell'azione. Vorremmo infine osservare come, a persuadere Omodeo al sacrificio dei puri studi storiografici, forse non fossero state estranee alcune stupende proposizioni crociane sulla critica politica: quelle cioè sulla << irriflessione ed inerzia mentale » che nei rispetti della cosa pubblica regnava nel Napoletano ai tempi del dominio spagnolo, e le successive sulla nobile figura di Antonio Serra, unica eccezione a quel male. (Storia del Regno di" N apQlil çit. p. 153 sgg). [87] Bibloteca Gino Bianco

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