Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

un ricordo dell;a1to contributo intellettuale e morale che egli diede, neilju1timo anno della sua vita, al dibattito di idee della nostra nascente demo- • CrpZla. L'Acropoli ha scontato, probabilmente, la colpa di essersi pubblicata fuori dei grandi centri politici, a Napoli, senza per altro nulla concedere al folklore e alla retorica meridionalistiqi, anzi elevando e, per così dire, assor-- bendo le questioni meridionali nella vasta problematica italiana ed interna- . zionale. A tal punto questo avveniva nell'Acropoli, e segnaiamente nelle parti dovute alla penna di Omodeo, che a un lettore poco attento poteva addirittura sfuggire la continU;a, amorosa attenzione dello scrittore alla situazione del Sud e a quella, congiunta, della nativa Sicilia. Ma solo a un lettore .disattento: chè, a dimostrare la particolare vibrazione che la realtà del Mezzogiorno destava nel cuore di Omodeo, basterebbe un esempio solo: lo scritto sul problema delle autonomie (3 ). Dove egli manifestava la sua titubanza verso le vagheggiate autonomie regionali, perchè assolutamente prive, in Italia, di tradizioni storiche. Questa carenza di tradizioni egli mostrava nella storia dell'Italia centrale e della settentrionale, con una di quelle sue sintesi ~nto rapide, quanto illuminanti (l'accenno ai Borboni essend.ovi per ora fuggevolissimo): << L'autonomia comunale si svolse sempre, è cosa nota, a vantaggio delle città e a detrimento delle campagne. L'autonomia regionale~ dove ha una qualche vitalità, deriva da un centralismo più antico, dai Lorenesi, dal governo austriaco, da quello borbonico, e tende, semmai, ad abbracciare il territorio del vecchio Stato, invece che le singole regio11i. Pietro Leopoldo in Toscana e Maria Teresa in Lombardia livellarono le città con le campagne e cancellarono i resti dei privilegi comunali delle diverse città». Ma il discorso, come veniva ad esaminare la storia del Mezzogiorno, gli si faceva più disteso e più particolareggiato: « Nell'Italia Meridionale la regione non esistè mai. Prima dei Normanni abbiamo una vera polverizzazione di popoli, di stirpi, di borgate. L'unifi- ( 3 ) I, p. 337 sgg. È a nostro parere tra le cose più belle della rivista. Sull'in1portante e allora dibattutissimo problema, l'Omodeo fu tra i primi e tra i pochi democratici italiani che vedessero chiaro nelle difficoltà che l'autonomismo doveva tener presenti, trovando il modo di superarle o d'aggirarle, ove non volesse << rompersi contro di esse »: posizione che gli veniva suggerita non da << un'avversione alla vita locale», ma da una << più concreta visione delle cose ». [79] Bibloteca Gino Bianco

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