Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

diminuzione della concentrazione capitalistica, ed .ancor oggi l'industria dipende in maniera elevata dal capitale settentrionale ( 16 ). Circa l'attuale consistenza degli impianti, i dati più recenti ( 17 ) .attestano l'esistenza di 276 stabilimenti, dei quali 7 al Nord, 80 nell'Italia centrale, 129 nel Sud e 60 nelle Isole. Anche per questa industria vale quanto si è detto per l'industria frantoiana, a proposito della scarsa utilizzazione degli impianti, sempre dovuta al fatto che la lavorazione è limitata ad un solo stadio del normale ciclo produttivo. Tuttavia, nei confronti della prima, l'industria di estr1 azione gode del vantaggio di riuscire talvolta (sebbene oggi meno che in passato) a compensare in sede imprenditoriale l'eccessiva specializzazione aziendale: non è infatti raro il caso in cui una stessa ditta esercisca, oltre al sansificio, altre aziende che fruiscono dell'olio di sansa (a parte i v,antaggi, dal punto di vista strettamente imprenditoriale, della concentrazione capitalistica cui si è accennato). I rapporti con l'industria frantoiana, vale a dire col mercato di approvvigionamento, sono assai complicati, resi più difficoltosi dalla persistente diffidenza tra i due settori e dalla inesistenza di regole ed usi commerciali atti a conferire unp certa sicurezza alle contrattazioni. L'esempio più probante è quello della imprecisione dell'accertamento del prezzo, nel senso che le modifiche ad esso apportate al momento della consegna non si fondano su accertamenti qualitativ1 i della merce, ispirati .ad analisi precise ed obiettive, sebbene ad elementi più o meno empirici ed approssimati, comunque soggettivi, e fonte di controversie interminab,j.li. Ovviamente il carat-• tere monopolistico del settore non fa che aggravare la situ.azione, nella quale trova buon campo, per un'attività che - in apparenza commerciale - è sostanzialmente speculativa nel senso peggiore della parola, la solita miriade di mediatori, intercettatori, commissionar1 e via dicendo. Dei rapporti con l'industria di raffinazione, cui i sansifici devolvono la maggior parte della produzione, diremo fra breve. Qui vogliamo ancora rilevare che il volume produttivo, dopo la flessione conseguente alla politica autarchica prima e alla guerra poi, ha oggi superato il livello dell'ante- (1 6 ) Nel 1945-46 tre ditte settentrionali possedevano il 35,3 % della potenzialità lavorativa installata: una sola aveva il 19,2 %, le altre due rispettivamente il 5,6 ì~ e il I0,5 %• Una ditta meridionale, inoltre, possedeva il 16,8 % della potenzialità complessiva. In breve, quattro ditte coprivano il 52,1 % di tutta la capacità produttiva. ( 17 ) Documenti N. 44, cit. [59] Bibloteca Gino Bianco

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