Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

inoltre il 53,3 % di tutta la san~a destinata all'industria fu lavo!ata da soli 20 impianti - su un totale di 108 aziende - di cui ben 16 installati nel Mezzogiorno. Ciononostante lo stato delle attrezzature e idei sistemi di lavorazione era antiquato, particolarmente nel Sud, ove difatti più diffuso era l'impiego dell'inefficiente e pericoloso solfuro di carbonio, sosti~ito già largamente nel Nord da altri solventi, come la trielina e la benzina. Ancor più rilevante era la concentrazione capitalistiCia di quest'industria: il 36 % dell'olio di sansa estratto nel 1937 fu prodotto da sole 3 ditte che possedevano 33 sansifìci, prevalentemente dislocati nel Sud. E si trattava, per la massima parte, di capitale settentrionale, intr1odottosi nel Mezzogiorno tra il 1934 e il 1937 a rilevare i sansifici ivi esistenti e caduti in dissesto a séguito della progres,siva riduzione delle esportazioni, dovuta tanto alla crisi mondiale quanto - e sopratutto - alla politica au~archica del fascismo. È proprio in queì periodo di tem·po che l'industria dovette cominciare ad adeguarsi alle nuove esigenze: sorta come fornitrice di materia prima ,ad alcuni settori industriali (specialmente fabbriche di s.apone) e sostituita parzialmente presso di questi da altre produzioni, a causa delle innovazioni tecniche affermatesi nel tempo, si rivolse all'estrazione dell'olio da destinarsi, prev~a rettificazione, all'uso alimentare anzichè industriale. Per limitare l'acidità del prodotto, onde consentirne la rettifica, le fu giocoforza imporsi una certa revisione nella ubicazione, data l'alta deperibilità delle sanse e, quindi, la necessità di localizzarsi alla minima distanz 1 a possibile dai frantoi ( 14 ). Ma alla diffusione degli esercizi industriali (15 ) non corrisponde affatto u11a ( 14 ) La dispersione delle aziende frantoiane contribuisce a rendere nel Sud questa distanza maggiore che nel Nord: difatti la percorrenza media unitaria di un quin .. tale di sansa per essere recata agli stabilimenti d'estrazione risulta, rispettivamente nel Nord, al Centro, nel Sud e nelle Isole, di km. 16,4 - 19,9 - 27,3 - 29,7 (da: L'industria, cit., p. 70). ( 15 ) Per quanto riguarda il Mezzogiorno questa diffusione è dimostrata dal fatto che, collateralmente all'aumento del numero degli impianti, triplicatosi nel corso di poco più d'un decennio, si è avuta una diminuzione della potenzialità media unitaria, ridottasi a poco più d'un quarto. Il fenomeno varia da regione a regione: in Puglia, data l'estensione dell'olivicoltura, esso presenta un andamento più mode .. rato. (V. in proposito App., tab. 4, da: La struttura, cit., p. 154), [58] BiblotecaGino Bianco

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