Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

e) un'industria di rettificazione, la quale raffina gli olii lamplanti (altro sottoprodotto della prima) e gli olii di sa11sa,ottenendone, appunto, i cosiddetti << rettificati >> << A » e << B ». Questa innaturale distinzione, la quale incide profondamente sui costi di produzione e inibisce un razionale ed integrale sfruttamento della materia prima, è dovuta a fattori d'ordine storico, economico ed ambientale che emerger,anno nel corso dell'esame dei tre settori. a) L'industria frantoiatia. In realtà il nome di <<industria» a11drebberiservato solo ad una piccola parte degli impianti esistenti, chè la frangitura delle olive, sino ad epoca relativamente recente, ha conservato un carattere quasi esclusivamente agricolo: e soltanto con l'introduzione dei più moderni sistemi di spremitura ha cominciato ad assumere un aspetto più propriamente industriale. Comunque le aziende si sono sviluppate e moltiplicate riflettendo costantemente il frazionamento spesso estremo delle colture cui sono co11nesse; ciò sia nella frammentaria struttura degli impianti stessi, sia nella coesistenza di tipi diversi di imprese. La consistenza totale degli impianti di frangitura funzionanti o, quanto meno, in grado di funzionare nel 1948, secondo l'indagine statistica co11dotta dall'U.N.S.E.A., è risultata, per l'inter.o paese, di 30.442 unità, di cui 9.108 nell'Italia centro-settentrionale e 21.334 nell'Italia meridionale ed insulare, addensandosi ovviamente nei centri di maggiore produzione olivicola: ossia nella Puglia, in Calabria ed in Sicilia (4 ). L'indagine ha distinto i vari tipi di impresa in: « impianti agricoli>>: sono quegli impianti che lavorano le olive prodotte nel fondo stesso del gestore; ( 4 ) Notiamo che nel Mezzogiorno la Puglia non soltanto detiene il maggior numero di frantoi (19,7 %); ma incide sulla capacità produttiva totale con una quota proporzionalmente maggiore (37,7 %): il che significa che in Puglia la produttività media dei frantoi è superiore a quella delle altre regioni. D'altronde essa è l'unica regione in cui il novero dei frantoi dotati di energia motrice inanimata sia maggiore (oltre il doppio) di quello dei frantoi ad energia animata. (V. in proposito la tab. I in App., tratta da La strutturq, cit., ali. I I). [53] Bibloteca Gino Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==