Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

dello Stato le spese di costruzione per le scuole dei comuni la cui popolazione è inferiore a 5000 abitanti, sono le provincie del Nord e del Centro (rispettivamente per il 47,5 % e per il 43,3 % di opere costruite, o iniziate a costr11ire, sulle opere finanziate) che traggo.no maggiori vantaggi delle provincie del Sud (23,8 %). Più netti ancora appaiono i divari percentuali, fra opere in atto e opere finanziate, se si considerano alcune provincie più indicative. Circa le ragioni di questo grave ritardo nella utilizzazione, da parte dei comuni meridionali, dei fondi messi a disposizione, Zanotti Bian• co ne enumera alcune, la difficoltà a fornire la garanzia per i mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, le controversie con i privati per il reperimento del terreno edificatorio, l'incapacità a formulare progetti tecnici. Questa ultima specialmente sembra una insufficienza da eliminare al più presto: è tipico che i comuni meridionali si abbandonino a << sogni grandiosi », una volta che si tratta di spese da addossare totalmente allo Stato; così si sono avute aule, che con tutti gli accessori potrebbero costare poco più di 2 milioni, preventivate per 6, o addirittura 8 milioni. Non c'è da stupirsi che progetti simili vengano bocciati o subiscano una serie di rinvii, in modo che si perde tempo prezioso; come lo si perde quando i progetti, come spesso accade, sono tecnicamente sbagliati o insufficienti. << Tutto ciò», concludeva Zanotti Bianco, << non sarebbe avvenuto se, come avevamo chiesto, certi compiti fossero stati affidati alla Cassa per il Mezzogiorno o ad un Ente del tipo INA-CASA. » Ecco dove il problema dell'edilizia scolastica presenta un suo addentellato con il campo delle << riforme senza spese»: o~corre << togliere l'iniziativa agli enti locali », per la migliore applicazione della legge 9 agosto 1954 e per la migliore destinazione dei fondi da essa previsti. È questo proprio l'argome11to di u11 articolo pubblicato 1'11 marzo dal nostro collaboratore Ferdina,ndo Isabella sul Giornale di Napo1i. L,'artico.Io contiene una proposta molto concreta, che si innes.ta sulle conclusioni '.di I Zanotti Bianco. _La proposta consiste nella istituzione di un ente, sul tipo appunto dell'INA-CASA. Fra tanti enti inutili, questo andrebbe veramente incontro ad una esigenza improrogabile e il costo del suo impianto si risolverebbe nella spesa per poche stanze e non molti tecnici provati. Riportiamo qui il nucleo essenziale delle proposte elaborate da Isabella. << L'Ente che noi proponiamo di costituire dovrebbe essere formato - a son1iglianza dell'INA-CASA - da un Con1itato di attuazione, con il compito di presiedere all~impiego dei fondi assegnati, di predisporre il piano di costruzione degli edifici scolastici e di vigilarne l'attuazione. Vi dovrebbe essere poi, una Gestione autonoma, con una propria personalità giuridica, con il com·pito di eseguire le deliberazioni del Comitato. Questa Gestione sarebbe, praticamente, l'organo esecutivo del piano. [49] Bibloteca Gino Bianco

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