Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

adusi a vivere comodamente da parassiti sulle briciole generosamente elargite dalle organizzazioni monopolistiche; anche se dobbiamo nostro malgrado constatare che all' <<Intesa » hanno aderito uomini che altre volte avevano dato segni manifesti di una mentalità tutt'altro che conformista e accomodante, come un La Cavera o un Luraghi (ai quali, peraltro, crediamo di aver diritto a chiedere una spiegazione). Comunque, rimane oramai evidentemente assodato - anche agli occhi di chi per l'innanzi si ostinava a voler credere il contrario ed a conferire fiducia alle proteste di costoro - che gli organismi sindacali dei datori di lavoro rappresentano interessi di categoria ben definiti; potremmo anzi dire: interessi <<di classe>>, visto che i rappresentanti <<ufficiali» del mondo produttivo italian~, anoora u1na volta, hanno voluto assumere spontaneamente la parte che Marx aveva loro profetizzato. E, pertanto, più che mai i loro <<desiderata» andranno vagliati alla stregua degli interessi generali della collettività: come quelli, appunto, di una qualsiasi categoria. E pensiamo particolarmente a certe direttive e a certi consigli suggeriti a proposito dell'industrializzazione del Mezzogiorno. Sia ben chiaro però che non si è voluto qui assumere la parte dei mora- . listi. Non si tratta di dire - a parte le deplorevoli e condannabili manifestazioni giornalistiche cui si è fatto cenno - se i promotori del <<fronte economico » sono buoni o cattivi; ma semplicemente di prendere atto per 1111 verso dell'errore che essi hanno commesso, delle velleità che quell'errore han110 deter1ninato, delle pretese che da essi sono state avanzate e che non possono non essere respinte; e per un altro verso si tratta di prende.re atto dell'involuzione cui le nuove dirigenze hanno costretto la politica confindustriale e dell'equivoco che si nasconde sotto la proclamata comunità d'intenti fra le tre confederazioni. Sotto quest'ultimo asp·etto si pensi agli industriali siciliar1i, pionieri di nuove realtà, e agli agrari, fautori dell'immobilismo; si pensi ai piccoli e medi imprenditori meridionali - industriali, commerciali, agricoli - e al rapporto fra le loro attività e i prezzi del concime, del cemento, dell'energia; si pensi a quanto si dice nell'editoriale di questo numero di Nord e Sitd. Altro che <<angustie delle particolari convenienze» I Per quanto poi riguarda le nuove dirigenze della politica confindustriale, sono stati eloquenti gli atteggiamenti di Costa e Valletta, uomini capaci di attingere più larghi orizzonti e di valutare politicamente le situazioni. Non è un mistero che essi sono stati contrari all'iniziativa, come anche Quintieri e, pare, Cenzato. · Non ci resta che auspicare una maggior presa di coscienza da parte di tutti coloro che, pur avendo aderito all'iniziativa, non sono disposti ad andare allo sbaraglio, a esporsi politicamente su una pos1z1one debolissima [47] Bibloteca Gino Bianco \

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