Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

hanno sempre guidato le tre Confederazioni nella sicura persuasione che i problemi fondamentali del nostro paese possono trovare la più efficace e sollecita soluzione solo nella libertà economica ed in una iniziativa privata conscia delle sue civiche responsabilità ». Le parole che noi abbiamo sottolineato sono di per se stesse sufficienti a rendere esplicito il reale significato delle altisonanti verbosità che fanno loro da contorno. Se poi non sembrasse ancora chiara l'accezione in cui è assunta la << difesa » della « libertà economica >>dagli esponenti di dette categorie, si volga l'attenzione a queste altre, edificanti testimonianze, al tono assunto da certi giornali in sede di commento ufficioso alla iniziativa, alla nuova manifestazione di zelo venuta da certi ambienti pubblicistici. Prendiamo per esempio le parole di G. A. Longo, da Il Tempo del I 7 febbraio, a proposito della riunio11e della Confcommercio: << Ma chi potrebbe negare ai commercianti, e in genere agli operatori economici assertori della libera iniziativa, il diritto di sentirsi impegnati in una cruenta (sic) e forse mortale (sic) battaglia? A tale sensazione corrispo,nde forse il motivo ' crociato ' caratteristico sia del labaro sia delle bandiere: una croce tricolore sul fondo rosso frangiato d'oro e à.l centro, pure in oro, l'cquila prescelta come stemma del comn1ercio. Un'aquila con ta11to di rostro e di ali spiegate, quasi a raffigurare la volontà della categoria mercantile di difendere con le unghie il libero voto dei suoi traffici vitali ». Ci piacerebbe ascoltare commenti dei consumatori, di fronte a questi << crociati tricolori » del commercio, diguazzanti tra porpore ed ori; ci piacerebbe conoscere il sigtnificato che si deve attribuire a quel << tanto di rostro ». La prosa del Longo va poi opportunamente integrata con quella di G. Andalò, a proposito del convegno confindustriale, ospitata da Mondo Agricolo del 19 febbraio: << La solidarietà nasce dal bisogno perentorio di difendere l'iniziativa privata, di tutelare l'esercizio dell'impresa, di proteggere la proprietà con le carte in regola, di affermare il pieno diritto, senza dover subire inammissibili discriminazioni, a tutte le libertà civili. Questo complesso di valori inalienabili pone la borghesia italiana, che lavora, su un identico piano morale e politico. In questo piano, agricoltori e industriali dovranno saper superare le angustie delle particolari convenienze (sic!) onde raggiungere le forme della solidarietà più sostanziale e consapevole ». Uno scritto di A. de' Stefani apparso su Il Giornale d'Italia del 1° marzo ~ e preceduto da un pretitolo ( << Per il progresso del Paese »), da un quasi-titolo ( << Un Comitato d'intesa di industriali, di agricoltori e di commercianti per la politica economica e sociale>>) e, finalmente, dal titolo vero e proprio (« Fonte coordinato») - si rivela decisam·ente conseguenziale ai primi due. << Questo titolo programmatico >>,comincia il de' S., << ispirato dalla recente assemblea della Confindustria e dal convegno .nazionale [45] Bibloteca Gino Bianco

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