~ . . che, economiche e sociali proprie del nostro p•aese acquistano 1mprovv1samente tutta la loro imp,ortanza, e l'attuazione di un socialismo italiano diventa possibi'le e desiderabile. Anche lasciand·o da parte la logica propria di don Ferrante che rivelano abbondantemente siffatte argomentazioni, resta da vedere cosa intendono per «socialismo» adesso l'on. Togliatti e i isuoi amici. Perchè se questo, socialisimo fosse anche di lo,ntano rassomigliante a quel regime che si è realizzato negli ultimi trent'ainni nell'Unione Sovietica e che ancora oggi vi resiste, noi avremmo, i1 dovere di ,dire che un tale regime non è il nostro regime, è anzi l'opposto del nostro regime. Per anni abbiamo ripetuto che quella di Stalin era una dittatura e i comunisti, che per anni lo, hainno negato, oggi ammettono con frasi ravvolte la verità delle n·ostre precedenti affermazioni. Oggi diciamo che quello che v'è in Russia è tuttora un regime dittatoriale, soffocatore di ogni libertà, e magari tra alc11ni anni i comunisti ci daranno ragione. È il disco,rso deJl'on. Togliatti che ce ne ha persuasi (se ancora avevamo bisogno di pe:rsuasione), p,o,ichè esso è il discorso tipico di chi non ha il coraggio di dire la verità, di portare fino in fo1nd 1 0 la sua analisi, di sanare le contraddizioni gravissime cl1e insidiano questa analisi stessa. A che vale dire, infatti, che Stalin ha sbagliato, che Stalin era u·n dittatore, se poi ·non si ha il coraggio di dire anche che tutto quello che ha costruito Stalin sarà stato in parte anche buono ma era costruito sulla soffocazione di ogni principio di umana cjviltà? A che vale annunciare che si torna a Lenin, .se ,non si riesaminano freddamente i .principi stessi del leninismo e non si ammette che dopo t11tto ·Stalin non avrebbe potuto costruire sul nulla e che egli ha costruito appunto, sul tro1 nco sbozzato da Lenin? Noi potremo accettare per buono il cc ritor.no a Lenin » solo il giorno i11 cui si dicesse anche che il cosiddetto « centralismo democratico » inventato da Lenin era il fondamento stesso della dittatt1ra. « L'organizzazio·ne de1 partito - dis'se Trotski - sostituisce se stessa al partito, il ,comitato Centrale sostituisce se stesso all'organizzazione, e finalmente il d1ittatore sostituisce se stesso al Co·mitato Centrale » : Trotski, hélas! aveva governato in Russia do,po la Rivoluzione di Ottobre. Noi potremo accettare per buone le lodi .che si fanno della Russia e di tutto ciò che vi è stato realizzato solo i1 l giorno i,n cui si riconoscerà che le realizzazioni sono costa~ sangue e persecuzioni e •01ppressio:ni, e che potevano e&,serecom·piute anche senza questi o•rrori, che in altri paesi del mondo si è costruito almeno altrettanto ed anche di più, senza sangue, persecuzioni ed ·oppressio•ni. Forse qual 1cosa si muove a Mosca: forse qualcosa veramente sta avvenendo, forse alcune forze si s01no liberate e forse assistere1no a trasformazioni. O fo,rse soltanto i sovietici hanno l'intenzione di digerire quello che hanno divorato, e come negli anni '30 si apprestano a sacrificare i p·artiti comunisti dei paesi democratici alle loro necessità. Non possiamo ancora [36] BiblotecaGino Bianco
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