Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

mente e quando la non iscrizione non produca alcuno, benchè minimo, effetto legale. Fuori di lì, l'albo dei giornalisti è, tecnicamente, un istituto assurdo e ridicolo, moralmente uno strumento di schiavitù, un indice infallibile di tirannia >>(6 ). Questo tema, assai poco discusso, non interessa naturalmente in modo diretto la critica politica, ma tutta l'attività giornalistica; più quella dei gradi medi e inferiori, anzi, che quella dei gradi più alti, della critic,a politica appunto, i quali, albo o non albo, riescono comunque a qualificarsi; e se il loro insediamento diventa difficile, non dipende tanto dal1',albo quanto da altre ragioni. Dall'altr.o grande tema, per esempio, sempre molto discusso, dei rapporti fra proprietà e redazioni dei giornali. Indubbiamente questi rapporti tendono ad interferire con la indipendenza della critica politica. A questo punto però il discorso uscirebbe dai limiti che qui ci siamo prefissi, di bilancio della pubblicistica politica italiana in questi anni, per affro11tare complessi problemi ,di struttura come si tSuol dire, della nostra società politica e civile. Non si può tacere però dello zelo servile di certe redazioni che spesso è di più grave impedimento alla libera critic,a politica che non determinate pretese di certi ambienti proprietari. Basti pensare al quotidiano economico 24 Ore: non mancano qui significative aperture di critica politica, che certo risentono della proprietà assai definita del giornale, ma almeno volgono lo sguardo in maniera niente affatto provinciale alle cose del mondo e dell'Italia, con editoriali brevi e centrati che fanno contrasto naturalmente con certe note ufficiose di palese ispirazione confindustriale. Eppure 24 Ore p.ppartiene alla Confindustria, come gli assai scadenti Il Globo e Il Gz·ornaie d'lta/1:a. La grande differenza fra il primo e i secondi fa pensare appunto che, qUiando alla proprietà corrisponde una buona redazione, il giornale è più intelligente, se non più libero, di quanto non lo sia il confratello in cui, a una proprietà magari meno esigente, corrisponde una mediocre redazione, animata peraltro da zelanti sentimenti di servilismo. La critica politica dunque deve trovare la sua sede anche e soprattutto sui fogli quotidiani. Il quotidiano d'informazione capace di essere una forza a sè nella vita pub1 blica del Paese, con una équipe che bandisca « nuove campagne» e ponga << nuovi problemi>>, capace di << agire sugli ( 6 ) Luigi Einaudi: Il Buongoverno, cit. pagg. 592-597. (21] Bibloteca Gino Bianco

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