leggiare sulle acque stagnanti della stamp,a italiana da essi « qualunqui- . stizzata >>; è andato a fond.o proprio l'ingenuo e grottesco Gianninj; forse perchè d'impulsi più generosi. E gli stessi longanesiani e scarfogliani, brillanti, magari, gli uni e irrimediabilmente vuoti gli altri, ma accomunati dalla mancanza totale di sensibilità politica e civile, hanno infestato anche le pagine dei settimanali di varietà, la cui diffusione è venuta ,acquistando nuove e più ampie dimensioni. La critica politica, dunque, di cui come si è detto gli spiriti più alti dell'antifascismo avevano invocato una più ricca e feconda s~gione, è rimasta bandita dai giornali quotidiani: quando, ~ome in alcuni giornali della capi~ale e in tutti quelli del Sud, sostituita dalla tradizionale superficialità dei direttori che tFascurano la compilazione di tutto il giornale per volgere le proprie cure a scrivere polemici << articoli di fond.o », di politica estera . e c;lipolitica interna, di economia e di finanza, di industria e di agricoltura} di sindaCialismomagari e di costume, con tanta approssimazione, come se nel giornale moderno non fosse indispensabile la specializzazione dei columnists ma soltanto la solita « bella penna » dello Scarfoglio di turno; quando, come nei quotidiani del Nord e nei settimanali a grande tir,atura, sopraffatta dal dilagare di << inviati speciali » che vanno scoprendo per il mondo i caratteri dei vari popoli e li definiscono con poche battute e moita sicumera (la serietà dei Piovene e degli Emanuelli costituisce una rara eccezione); o dal moltiplicarsi di << servizi » su quegli angoli della vita italiana che meglio si prestano a suggerire considerazioni qualunquistiche. Ma non sono soltanto il qualunquismo più o meno scanzonato dei 1onganesiani e-quello più o meno gross.olano degli epigoni scarfogliani a · deprimere il tono della stampa quotidiana italiana: v'è la carenza delle notizie (2 ) e la tendenziosità dei commenti, nella quale la stampa di partito . dell'estrema sinistr,a (tecnicamente però pregevole) e la stampa meridionale (tecnicamente a1 bbastanza pregevole) si contendono un non invidiabile primato. Metodi ereditati dal periodo fascista hanno consentito a una generazione di giornalisti, formatisi appunto in quel periodo, di inserirsi produt- ( 2 ) Ctr., al proposito, una delle << schede sulla stampa italiana~ di Sam Carcano, nel numero di Comunità del novembre scorso - già commentata in questa rivista - in cui si tratta dei << canali d'informazione », dai quali sono alimentati i nostri quotidiani, e della inettitudine di questi ultimi a fornire un panorama ricco ed obiettivo .di notizie, specie nel settore internazionale. [13] Biblotèca Gino Bianco I
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