tutto nella sede del partito, l'adesione al quale gli era costata perfino un certo distacco da Benedetto Croce. Di quel partito noi assistiamo, leggendo l'Acropoli, al progressivo venir meno: dal Congresso di Cosenza (4 1 ) alla crisi del Gabinetto Parri ( 42 ), all'accentuarsi di quel « mimetismo estremist:,a » (43 ) che Mario Bracci coglieva così bene (ma dove ha militato poi il prof. Bracci?), sino al primo ed ultimo Congresso nazionale che ne vide la scissione (4 4 ) e in sostanza la fine. Omodeo fu tra gli scissionisti, nè certo poteva fare altrimenti; diede .anche opera, finchè non fu sorpreso dall'aggravarsi del male, alla formazione del nuovo gruppo politico, che poi ,prese il nome di Concentrazione Democratica Repubblicana: più per senso del dovere, come sembra, che per nuove illusioni (45 ). In realtà non poteva sfuggirgli l'amara constatazione che i motivi del migliore azionismo erano falliti sul piano politico. Ma proprio nell'averli dib,attuti, come dicevamo altra volta, fu il maggiore merito del Partito d'Azione. E di quel dibattito L'Acropoli ci sembra il momento più alto. ( 41 ) I, p. 129 sgg. ( 42 ) I, p. 481 sgg. ( 43 ) II, p 12 sgg. (segnatamente a p. 15). ( 44 ) II, p. 101 sgg. NICOLA PIERRI ~ ( 45) << Lasciandosi alle spalle tutte le utopie e le elucubrazioni dottrinali, ne è uscito fuori un gruppo di uomini che vuole concorrere con tutte le sue forze alla creazione di una democrazia repubblicana, libera da vincoli classistici, che senza escogitazioni di ardue novità vuol dare al popolo italiano un ordinamento capace d'ogni progresso. Qualcuno forse obietterà che ormai è tardi. Ma qui si tratta non di far calcoli politici, ma di far quello che si deve » (II, p. 106). [109] Bibloteca Gino Bianco ·
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