Nord e Sud - anno III - n. 17 - aprile 1956

Per questo egli si rammaricava della grande << occasione perduta» col lasciar cadere la p~oposta churchilliana di una unione franco-inglese: « Era il momento opportuno per dare alla libertà il carattere espansivo e costruttivo col quale quasi un secolo prima il Cavo,ur aveva creato l'Italia. La federazione europea si sarebbe propagata sulle basi morali della civiltà· occidentale ... Le libertà democratiche dell'Occidente sarebbero state riconosciute come cemento necessario dell'unità federale per tutta l'Europa» (36 ). M·a quest'uomo dell'Occidente temeva per la pace, paventava la lacerazione in due del Continente; e si augurava che tr~ la nostra parte e l'Oriente europeo, il cui destino di zona d'espansione sovietic~ era sempre più chiaro, pur si trovasse, mediante una « soluzione intermedia», un accordo federativo, atto a scongiurare per lungo tempo il rischio di nuove guerre. Per questo Omodeo si sforzava a volte di trovare ragioni più sociali e politiche che di mera forza alla penetrazione russa nella sua zona d'influenza (37 ). Per questo ancora egli accoglieva sull'Acropoli un articolo del comunista Pesenti, secondo il quale la r~altà sovietica si presentava molto più varia e liberale che negli schemi descrittivi dei professori d'economia (38 ). Infine un più alto alimento alle sue speranze di una possibile e anzi già avviata mediazione fra le due parti dell'Europa, Qmodeo trovava in altre pagine da lui ospitate: quelle sulla « Cecoslovacchia tra Oriente ed Occidente» di Eduardo Benes. Circola infatti in questo documento (39 ) un ottimismo che non sappiamo se fosse dettato da una tragica illusione o dal tentativo di forzare, come si dice, la mano agli eventi, perchè la Cecoslovacchia potesse salv;are la lrbertà appena riavuta e già minacciata. Effettivamente il liberalismo di Masaryk e di Benes era già stato d'ispirazione più largamente democratica che non quello ottocentesco; ma a parte ciò, in quella situazione, il Presidente della Rep,ubblica Cecoslovacca non poteva scorgere ragionevolmente per la sua patria ,altre alternative che questa: o l'imposizione del totalitarismo sovietico, o la graduale trasformazione del paese, salvando la libertà, in democrazia socialistica; e quest'ultima posi- ( 36 ) I, pp. 569 e 570. ( 37 ) Ivi. ( 38 ) II, p. 67 sgg. ( 39 ) II, p. 129 sgg. Bibloteca Gino Bianco [107]

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