classi culturalmente superiori, queste classi si sono chiuse nella sterilità del tipo delI'intellighentia russa. E la mancanza di cultura ha spinto i politici ad imprese folli che ogni cervello appena dirozzato avrebbe senz'altro respinte. Urge ricongiungere cultura e politica» (28 ). Sopratutto alla critica politica è affidata la speranza di colmare quell'iato e di risollevare la politica ad un più civile livello. Tanto più civile, quanto più essa, strumento della ragione, subentrerà allo strumento della rozzezza ·politica, che è l'imbonitur~ propagandistica: << In una cosa bisogna rendere giustizia agli atteggiamenti apolitici ed antipolitici dei nostri giorni: la sazietà, sino allo schifo, della propaganda, specialmente ora che il pubblico deve misurare la necessaria distanza fra la propaganda alleata dei giorni di guerra e la realtà della pace faticosa. La nostra sciagurata generazione ha dovuto sorbire cicli purosi di propaganda: quelli della prima guerra mondiale, quello del comunismo tutt'ora in corso, quello fascistico e quello nazistico dagli ululi spaventosi, quello vaticanesco con le sue due successive diramazioni (del Partito Popolare e della Democrazia Cristiana), poi quello americanamente colossale delle N azioni Unite, e infine quelli degli altri partiti formati o in formazione ... Però quanti si sentono afflitti da questa mortificante procedura di imbonimento, che li tratta da gregge stupido di fiera, dovrebbero pensare che per difendersi non c'è altro mezzo che quello di formarsi una riflessa opinione sui problemi, di diventare un elemento della vivente opinione pubblica. E ciò costa fatica e raccoglimento. O venerande immagini di centoventicinque anni fa, degli avi con le tube alte come ciminiere, dalle alte cravatte, dagli attillati calzoni color pulce o color pisello e dai gilets fantasia, che trascorrevano le lunghe ore nei caffè a leggere e a meditare i temi del Conservateur o della Minerve française o dell'Antologia, e i dotti articoli del Gldibe! » (29 ). Quando la cultura opera intensamente e a lungo sulla politica, allora abbiamo una alta tradizione civile, di cui si f,anno rappresentanti e portatori le classi tradizionalmente colte, cioè i cosiddetti << ceti medi ». Sono i ceti medi ad esprimere dal loro seno la « classe politica», quella, cioè, ripetiamo, « che ha coscienza dello stato senza specuLare sullo stato»; sono essi ( 28 ) I, p. 286. ( 29 ) I, p. 382. Bibloteca Gino Bianco [98]
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