rapporti con Io Stato unitario, nuovi mezzi al potere degli ambienti più . . reaz1onar1. Questa incertezza dei socialisti nei riguardi dell'autonomia si assommava a quella, comune a tutto il vecchio socialismo meridionale, per i problemi nuovi del mondo contadino. Il quale si era messo in mo,,imento su tutto il fronte del latifondo, soprattutto con l'invasione dei feudi e l'azione per una diversa ripartizione dei prodotti. Si aggiungano, a queste due principali direttive, le intricate questio11i connesse all'imponibile di mano d'opera e certi timidi esperimenti cooperativistici nelle zone dove allignava qualche seme di una tradizione associazionistica, Agrigento o Trapani o Enna. È vero del resto che l'esperienza cooperativistica, già timida, ebbe una assai breve stagione, perchè le consuete diffidenze del P. C. I .. furono rassodate da uno scandalo che coinvolse taluni suoi dirigenti. Comunque, alle lotte politiche sindacali cooperativistiche, che allora le masse rurali intrapresero, più o meno spontaneamente, cogliendo a volte alla sprovvista gli stessi dirigenti comunisti, il socialismo siciliano si trovò impreparato e rimase sostanzialmente estraneo; ad eccezione di qualche iniziativa isolata, facente capo a questo o quel vecchio agitatore o a taluni giovani, intellettuali o capi contadini. Al movin1ento contadino si contrappose subito - per certi aspetti e in certi casi addirittura con finalità preventive - la reazione agraria (dalla organizzazione n:1ilitare dei separatisti - EVIS - fino al banditismo di Giuliano); ed ebbe episodi vistosi e sanguinosi, Portella delle Ginestre e Piana degli Albanesi, oltre lo stillicidio dei sindacalisti e capi contadini, assassinati a uno o due per volta. Movimento contadino. e reazione agraria da questo momento polarizzano l'attenzione politica dei siciliani; e i problemi siciliani acquistano ben altra dimensione che per il passato fra l'opinione pubblica dell'isola; prevalgono anche sui problemi nazionali, come l'interesse per i lavori del Parlamento \ di Palermo prevale sull'interesse per i lavori del Parlamento di Roma e come il livello dei deputati che siedono alla Sala d'Ercole - dai monarchici ai comunisti - si rivela spesso superiore al livello dei deputati inviati dall'isola a Montecitorio. A tutto ciò si deve anche collegare il fatto, confermato dal raffronto di ben sei prove elettorali, che l'estrema sinistra riesce ad ottenere maggiori successi nelle elezioni locali; là dove cioè più si fanno sentire i riflessi delle lotte e delle rivendicazioni dei ceti popolari, e il malcontento verso i ceti dominanti, senza le preoccupazioni di ordine nazionale o internazionale che nelle elezioni politiche costituiscono ancora una remora per gli elettori che, incerti, già pencolano, sotto la spinta dei problemi regionali, verso l'estrema sinistra. Ma come si sono venuti svolgendo, attraverso queste sei prove elettorali, i rapporti fra i partiti dell'estrema sinistra? Nelle elezioni per la Costituente del 1946 al P. S. I. U. P. andava il 12,2 % dei voti, mentre il P. C. I., che [96] Bibloteca Gino Bianco
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