nel '53), si ebbe un forte calo nei centri superiori ai 10 mila abitanti (dal 12 % all'S,8 %), dove gli incrementi registrati a Cutro ed a Crotone a danno dei comunisti non valsero a compensare la generale emorragia. Pure nei centri minori si ebbe una diminuzione (dal 10,5 % al 6,9 %)-Il P.C.I. aveva registrato un notevolissimo successo, totalizzando nell'intera provincia il 23,3 %, con un incremento maggiore nei centri minori che nel capoluogo. Per riorganizzare il P. S. I. nel catanzarese bisognava m1,1oversi su due direttive concomitanti. Di fronte ai fermenti del mondo contadino ed operaio, era indispensabile una maggiore presenza in campo sindacale. A questa prima esigenza il Riolo provvide elevando alla carica di segretario socialista della locale C.G.I.L. un giovane avvocato di Campobasso, il Ferrante, indubbiamente preparato ed efficiente, anche se a volte partecipe di quella mentalità un pot schematica e settoriale che è tipica dei sindacalisti. La seconda esigenza era quella di dividere l'azione politica del partito secondo una tradizionale differenziazione geografica che era stata acuita dall'azione della riforma. Sull'esempio del P. C. I., il P. S. I. dette allora vita, accanto alla federazione di Catanzaro, alla federazione di Crotone, radunando sotto di essa uaa ventina di comuni. Le guide socialiste nella zona crotonese erano andate lentamente scomparendo, fagocitate dai comunisti. Restavano solo alcuni elementi borghesi in Crotone, d'adesione più o meno recente al P. S. I.: un medico, un avvocato, un assicuratore, un insegnante e un professore di filosofia. Quest'ultimo, certo Regalino, era la figurr· di maggior spicco. Divenuto consigliere comunale nella lista dei reduci, aderi al Partito Socialista Italiano dopo che le varie liste paraindipendenti dimostrarono la loro inconsistenza politica ed organizzativa. È difficile rintracciare nel suo punto di vista politico le basi di una qualsiasi impostazione ideologica: molta confusione, frasi fatte, e per di più tracce di una cultura eclettica e mal digerita. È evidente quindi che la riorganizzazione del P. S. I. nel crotonese non potesse essere affidata agli elementi locali. Vi è stato destinato, da più di un anno, un operaio ventiseienne: tale Del Punto, ex dirigente sindacale della Magona di Piombino, diventato funzionario di partito in seguito alla smobilitazione della sua fabbrica. L'aspra esperienza personale compiuta dal Del Punto, figlio di un operaio socialista perseguitato dal regime, e operaio 1ui stesso, non poteva di certo fame un moderato. Le tesi di Lombardi gli sembravano troppo possibiliste, specie per l'eccessiva, fiducia da esse riposta nel Piano Vanoni. Egli plaude all'azione unitaria, del P.S.I. e del P.C.I., dettata dalle odierne circostanze, rifiutandosi di azzardare previsioni per il futuro e d'avanzare ipotesi, poichè << la storia non si fa con i se, nè al passato, nè al futuro ~>. La maggiore attenzione che il Del Punto porta ai problemi operai delle masse della Pertusola e della Montecatini finiscono poi col [89] Bibloteca Gino Bianco
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