Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

Rossi. Vecchio riformista, ed attualmente autonomista e lombardiano, il Rossi ottiene l'appoggio elettorale dei ferrovieri ed ha una discreta base elettorale nella frazione di Catanzaro Lido, che, insieme a quella di Sala è restata una buona roccaforte per il P .S.I. I quattro consiglieri provinciali del P. S. I. sono diventati due dopo le defezioni di Nicotra e di Apostoliti. Essi sono l'avv. Bruno Dominijani, eletto nel collegio ionico di Sant'Andrea-Soverato, e l'avv. Francesco Serrao eletto in quello interno di Filadelfia. Il Dominijani, il più giovane dei due, è stato per molti anni vice segretario della federazione provinciale. Alla base della sua formazione c'è tutto un bagaglio di tesi e di pregiudizi tipici del massimalismo meridionale: impossibilità di qualsiasi dialogo col << mondo borghese », schematico ideologismo populista, ecc. Egli ha aderito alle tesi morandiane, e ritiene che il patto d'unità d'azione è l'unico strumento che possa permettere al socialismo di conseguire i suoi obiettivi. Il Dominijani alle ultime elezioni politiche ha avuto oltre 5 mila voti di preferenza. L'altro consigliere provinciale in carica, l'avv. Francesco Serrao, discende da antica e nobile famiglia di tradizioni radicali. Suo fratello, Severino, fu tra i fondatori del socialismo catanzarese. Per non interrompere questa tradizione il Serrao, per quanto personalmente sia di convinzioni moderate, è restato fedele al P. S. I. anche dopo la scissione. Il patto d'unità d'azione rappresenta per lui più che altro la garanzia che il P. S. I. non finisca per diventare un partito borghese accantonando la politica di classe. Ma la realizzazione degli istituti costituzionali e la edificazione dello Stato italiano su basi veramente democratiche (secondo i modelli occidentali), una volta condotti a termine, renderebbero il patto d'unità d'azione uno strumento inutile e privo di senso. Alla vigilia delle elezioni politiche del '53 assunse· la direzione del socia- . lismo catanzarese un giovane intellettuale studioso di letteratura latina, Michele Riolo, proveniente dal Partito d'Azione. L'esperienza azionista prima e quella socialista poi, hanno orientato l'originaria formazione liberalsocialista del Riolo verso schemi più ortodossamente marxistici, di cui l'unità della classe operaia è uno dei capisaldi fondamentali. L'attuale situazione italiana giustifica l'autonoma esistenza dei due partiti - P. S. I. e P. C. I. - ma questo non deve far perdere di vista l'azione comune. Il meridionalismo è uno dei temi essenziali per un siffatto processo di unità nella differenziazione; ed il meridionalismo è appunto un tema ed un settore dove l'azione socialista, pressochè nulla a .giudizio del Riolo, è andata a rimorchio delle • • • • 1mpostaz1on1 comuniste. Le elezioni del '53 segnavano una notevole flessione del P. S. I. rispetto ai risultati del '46; flessione forse ancora minore di quanto fosse dato prevedere vista l'assoluta assenza politica del partito. Di fronte ad un sostanziale mantenimento delle posizioni del capoluogo (il 6,7 % nel '46 ed il 6,6 % [88] . Bibloteca Gino Bianco

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