Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

camente, in sede comunale, con u11aminoranza consigliare socialista guidata da due giovani avvocati della zona: uno, a nome Carbone, riformista, l'alt~o, a nome Marazzita, massimalista. Essi erano coadiuvati dal prestigio della famiglia del letterato calabrese Leonida ~lepaci, che aveva simpatie di sini-• stra. Un malaugurato incidente sanguinoso, su cui il regi~e imbasti una speculazione politica, trascinò i due avvocati socialisti di Palmi, che vi erano completamente estranei, innanzi alla Giustizia, ma lo stesso Tribunale Speciale li assolse. La dignitosa opposizione al fascismo guadagnò al Marazzita e al Carbone un notevole prestigio, che li portò alla direzione politica del socialismo locale. L'elemento di maggior rilievo, tra i due, è l'avv. Carbone, di tendenze moderate, che è sindaco di Palmi sin dal tempo ·del C.L.N. Per quanto intimamente democratico, convinto cioè che il necessario rinnovamento sociale non possa andar disgiunto dalla pratica del metodo democratico tradizionale, egli rimase con Nenni - all'epoca della secessione saragattiana - per la solita pregiudiziale antiscissionistica. Egli ritiene che il patto d'unità d'azione sia già superato dalla stessa impostazione del problema dell'apertura a sinistra, ed aderisce .alle tesi di Lombardi con la certezza di più o meno prossimi grandi successi del P. S. I. Minor coerenza e maggior confusione regna nelle idee politiche del Marazzita, consigliere provinciale e candidato non eletto alle ultime elezioni politiche, il quale ritiene che il patto d'unità d'azione costituisca un dato acquisito e permanente nei rapporti fra i due partiti operai, ma insieme sottoscrive le tesi dell'on. Lombardi. Tipico penalista della provincia meridionale, egli non sospetta l'incidenza politica dei problemi locali e provinciali, dei quali - sebbene sia capo-gruppo del P. S. I. nel Consiglio provinciale - non ha che una conoscenza limitata e superficiale. Ciò nonostante il Marazzita, mediante il suo prestigio e i vasti legami familiari e professionali, riesce ad estendere abbastanza ampiamente l'influenza clientelistica sua e del suo partito. Polistena ed i paesi vicini costituivano prima del fascismo la base elettorale dell'Arcà e del suo mancato successore: Carlo Mileto. Il nome di questi, appartenente a media famiglia borghese, costituiva un patrimonio politico d'un certo peso all'indomani della Liberazione e tale che i discendenti non ritenevano dovesse andar perduto. A gestirlo venne cosi chiamato un giovane rampollo della famiglia: Domenico Mileto, divenuto medico appena ventiduenne. Eletto sindaco, poi consigliere provinciale., fu trombato alle elezioni politiche del '53. In seguito a tale insuccesso, ed avendo assunto la carica di medico condotto, il Mileto si è dimesso dal Consiglio provinciale e poi dal Partito. L'altro nome politico che sta all'origine del socialismo provinciale, sull'opposto versante, è quello di De Angelis. Anche qui gli eredi del vecchio [83] Bibloteca Gino Bianco I

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