Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

attaccamento al vecchio partito ed alla vecchia bandiera. L'anno successivo nella generale debacle socialista la federazione reggina del P.S.I. riuscì a conservare il proprio parlamentare. All'on. Priolo succedeva un altro vecchio avvocato: Francesco Gerace. Sono questi tre nomi: Calarco, Priolo e Gerace, oggi tutti consiglieri comunali, che rappresentano la vecchia guardia del socialismo reggino. Il Priolo, deputato unitario nel prefascismo, fu più volte sottosegretario ai trasporti nei governi del C.L.N. e diventò senatore di diritto nel '48; successivamente perse i contatti con la base, fino al punto da non venire pii1 rieletto nel '53. Gli altri due conservano ancora dei legami con le forze socialiste o per lo meno con la realtà dei problemi locali. Il Gerace è giunto alle aule parlamentari molto tardi, dopo oltre mezzo secolo di militanza socialista. Eletto una prima volta nel '48, è riuscito a farsi confermare anche nelle ultime elezioni. Dotato di una minuta conoscenza dei problemi locali, egli si lascia però sfuggire il modo più complesso del loro inserirsi in una articolata visione politica. La posizione del Gerace per quanto ortodossa (e non infrequenti sono i rinvii ai discorsi e alle dichiarazioni di Nenni come a fonti di interpretazione autentica di spinosi problemi), risente pur sempre di quella vocazione riformistica comune al vecchio gruppo dirigente della Federazione. Vocazione che oggi si riconosce essenzialmente, per quanto riguarda il Gerace, nella adesione alla posizione di Riccardo Lombardi, le cui tesi recano implicito un certo qual riconoscimento di quanto possa esservi di positivo anche nell'opera riformistica dei governi democratici. La formazione ideologica, dl natura umanistica, del Gerace è rimasta ancora quella del socialismo romantico e deamicisiano, cui è ,però sostanzialmente estranea una avvertita sensibilità meridionalista. Di tale tradizione, romantica, il più fedele seguace è forse il terzo esponente del socialismo reggino, Guglielmo Calarco, anch'egli uomo di lettere ed avvocato. Uscito da una famiglia di contadini poveri della provincia, iniziò la propria formazione politica sui banchi dell'Università di Messina, ove ancora si sentiva viva l'influenza del Pascoli. A distanza di quarant'anni da quel tempo, le aS'p,irazioni e i temi de1'l'epoca risuonano al fondo delle odierne posizioni di Calarco. Non è quindi da stupirsi se, restando la sua cultura arenata su tali basi il Calarco - che aveva avuto il merito di ricostituire il partito, impiegandovi il proprio prestigio, consolidato in una coraggiosa opposizione al fascismo - dopo essere stato consultore e membro della direzione socialista sia finito un po' ai margini della vita di federazione, eser- .citandovi un peso ed una influenza politica sempre più ridotti. Nei rapporti col P.C.I. egli propugnò sempre la distinzione, se non l'antitesi; tuttavia motivi sentimentali, commisti a p~egiudiziali antiscissionistiche, indussero Calar~o o non seguire Saragat, di cui pure condivideva gran parte delle posi- [81] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==