I sivamente nel capoluogo, ma trova dei punti di forza anche nella provincia, tanto sul versante ionico, quanto su quello tirrenico. Si può dire anzi cl1e la maggior forza è data proprio dalla provincia, che in un collegio della piana di Gioia Tauro, riusciva ad esprimere fin dai primi del '900 un deputato socialista, Francesco Arcà, che fu tra i migliori parlamentari della Regior1e, e la cui elezione rappresentava il punto d'incontro fra la parte più viva della borghesia imprenditoriale della zona e le. aspirazioni delle misere masse bracciantili del luogo. Le posizioni dell'Arcà, ,di fatto più generosamente populistiche che specificamente socialiste, venivano ereditate alla morte di lui da tin altro brillante avvocato locale: Carlo Mileto, che non riusciva però a giungere alla Camera. Il versante opposto, molto più povero, molto più immobile nelle sue tradizionali strutture, trovava in un vecchio medico umanitario, De Angelis, l'iniziatore del socialismo locale. Dietro l'esempio del De Angelis nei paesi vicini si costituivano nuclei di giovani professionisti, ispirati come luii a più o meno generiche idee umanitarie e riformistiche, non senza qualche venatura massoneggiante. Nel capoluogo, invece, intorno a degli elementi di provenienza analoga a quella degli esponenti socialisti provinciali, si andavano organizzando, su basi più specificamente classiste, i numerosi ferrovieri del locale compartimento. Nel primo dopoguerra, morto l'on. Arcà, fu Reggio a dare il deputato socialista: l'avv. Antonio Priolo. All'indomani della caduta del fascismo, i superstiti di questa tradizione del socialismo reggino - cui la scissione comunista del '21 non era riuscita ad inferire un grave colpo - si misero all'opera per la riorganizzazione. La città di Reggio fornì l'intero gruppo dirigente alla federazione provinciale. La riorganizzazione del partito in provincia fu più difficile e più lenta. Nelle elezioni del '46, il P.S.I.U.P. ottenne nel Reggino 1'11,6 %, pari alla percentuale del capoluogo, che ospita circa un quarto della popolazione della provincia. Nei centri superiori ai 10 mila abitanti (circa un sesto della popolazione), il partito raccolse il 1 O,7 % dei voti validi; e l' 11,3 % in quelli inferiori ai 10 mila abitanti, che raccolgono il 60 % degli abitanti dell'intera provincia. Il P.C.I., che aveva avuto una percentuale di poco inferiore, l'l 1,2 %, aveva invece distribuito con maggiore equilibrio la sua influenza. Alla Camera ritornava il deputato della precedente legislatura pre-fascista, l'on .. Priolo, uno dei cinque avvocati di Reggio che non si iscrissero al sindacato fascista, di tendenze riformiste cui costantemente è rimasto fedele. Non veniva eletto invece _l'altro leader locale, l'avv. Guglielmo Calarco, già consultore nazionale e membro della 1direzione del PartJito, anch'egli di tendenze riformiste. Nel '47, la federazione di Reggio, nonostante fosse riformista nella maggioranza dei suoi dirigenti, non seguì la corrente degli scissi(?nisti di Palazzo Barberini. Considerazioni elettorali si mescolavano ad un generico [80] Bibloteca Gino Bianco ...
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