mossa dal sen. Angrisani, eletto, con l'appoggio comunista, nelle liste della Alleanza Democratica Nazionale. Naturalmente neppure qui, come nel Napoletano, manca al P.S.I. in provincia qualche buon elemento in campo amministrativo: quale, ad esempio, il sindaco di Baronissi, Dell'Acqua. Molto più debole il P.S.I. salernitano nella metà inferiore della Provincia e specialmente nella Piana del Sele e nel Cilento; tranne, naturalmente, qualche buona posizione isolata. Come ci sembra risultare dall'esposizione che precede, il P.S.I. ha ormai trovato in queste provincie campane u,n abbastanza solido equilibrio org·t?- nizzativo e politico. Certo, sotto questo aspetto, Napoli e Caserta si trovano in migliori condizioni che Salerno, dove manca quell'elemento catalizzatore che nelle altre due provincie è costituito dalla personalità dell'on. De Martino. Ma, tuttavia, anche nel Salernitano la situazione può essere giudicata soddisfacente. E inoltre il Partito, come hanno testimoniato tutte le elezioni amministrative svoltesi in queste Provincie dopo il 7 giugno '53, prosegue con ritmo sicuro nella sua espansione elettorale. Quel che non si può dire è, invece, che esso sia riuscito ad inserirsi nella vita locale con un chiaro accento e con una precisa funzione. All'equilibrio interno finalmente conquistato non si può dire che corrisponda una proporzionata capacità di promuovere un nuovo corso nella vita amministrativa e politica della regione. L'opinione intuisce nel P.S.I. una potenziale forza di rinnovamento - occorre ricordare in quali bassure si muovono attualmente le dirigenze che localmente prevalgono? - e si affida ad esso con una certa propensione. Ma il linguaggio del Partito si rivela ancora meccanico e in parte sforzato; i suoi atteggiamenti non hanno ancora acquistato una sufficiente scioltezza; e la fiducia concessagli dall'opinione pubblica ha, e in parte sa di avere, il carattere di una cambiale in bianco. Il sintomo forse maggiore di questa persistente rigidità del Partito è dato dall'anemico ritmo della sua vita intellet- ' tuale. Scarso, se non scarsissimo, si può definire il contributo che dai socialisti di queste due Provincie viene - al di là della cronaca o polemica minuta - alla stampa socialista o comunque di sinistra (e basterà citare, per quest'ultima, Cronache Meridionali). Naturalmente si può porre l'interrogativo se questa rigidità non s:a in funzione del particolare accento politico prevalente in queste_ Federazioni socialiste; e anche in funzione dell'assenza di una efficace dialettica interna. Sta di fatto che il vicino nuovo periodo amministrativo darà modo - a coloro i quali a quell'interrogativo rispondono affermativamente come a coloro i quali vi rispondono negativamente - di constatare o che non è possibile a lungo ir1 politica la finzione di una << doppia vita >> o che il Partito Socialista ha trovato non solo un [78J Bibloteca Gino Bianco
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