quadri in grado di ~vere e .di sostenere al momento buono una organica visione di rinnovamento. Ma su di essi peserebbe in ogni caso la collaborazione (preziosissima) data al De Martino e l'accettazione tanto protratta delle sue • • • 1m pos taz1on1. . Elettoralme11te, il capoluogo, che pure fornisce al Partito tutti i suoi quadri maggiori, è il punto debole del P.S.I., nonostante il sensibile miglioramento verificatosi fra il '52 e il '53 (da 15 a 27 mila voti; 1946: 23 mila). È, questo dell'espansione nel capoluogo, il problema senza dubbro maggiore e più difficile che il P .S.I. si trovi di fronte nel Napoletano. L'aumento dei voti fra il '52 e il '53 non si può ancora dire un inizio di soluzione. ~ Certo la capacità del Partito di far presa sull'opinione pl1bblica sia popolare che borghese ne risulta aumentata, un po' per il ritmo più dinamico impresso dal De Martino alla Federazione dopo l'estate del '52, un po' come riflesso di un fenomeno_ che è generale in tutto il Paese. In seguito l'adesione di qualche noto professionista cittadino e il rientro di alcuni socialisti già allontanatisi (fra i quali l'avv. R. Santoro) sono venuti a costituire altri elementi positivi. Ma si è ancora ben lontani dall'avvertire intorno al P.S.I. quel consenso diffuso, che, anche quando non si traduce subito in voti, è pur sempre indizio ·della possibilità di conseguire a breve termine risultati sufficienti a fare di un partito un elemento determinante di nuove•situazioni. In provincia, invece, il Partito non solo è già molto forte (dalla provincia vengono i due terzi dei voti socialisti nel Napoletano), ma appare anche nel complesso in più lenta forse, ma certo più sicura espansione. Due sono i nuclei di gran lunga più -forti degli altri: l'uno costituito dalle zone agricole del Giuglianese e dell'Afragolese; l'altro dalle zone industriali e agricole, che a sud di Napoli si stendoao lungo il golfo fino a Castellammare e a Vico Equense e nell'interno sino alle falde del Vesuvio. Dal Giuglianese, essen·do stato eletto rie1 Collegio, Nazionale l' on. De Martino, è venuto il terzo deputato del P.S.I. nella circoscrizione di NapoliCaserta: l'on. Raffaele Di Nardo, trentanovenne, appartenente a famiglia di agiati agricoltori e laureato in scienze agrarie. La sua elezione fu un po' la sorpresa del 7 giugno per la Federazione napoletana, la quale, non pensando all'eventualità di conseguire due quozienti e passarne uno al Collegio Unico Nazionale, era tutta rivolta a seguire le rispettive chanches degli onorevoli Sansone e De Martino e non controllò pertanto sufficientemente la campagna elettorale del Di Nardo. Il quale dovette il suo successo in primo luogo al raddoppiamento qei voti socialisti (con relativo dimezzamento di voti comunisti) nel suo Comune, Giugliano, del quale è sindaco da quattro anni, e dalle larghe simpatie che circondano lui e la sua famiglia non solo nel Giuglianese, ma anche nelle zone contermini della provincia di Caserta. La sorpresa provocò anche qualche screzio fra il Di Nardo e la Federazione, poi superato nel senso che il deputato giuglianese (dati i suoi prevalenti [72] Bibloteca Gino Bianco
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