Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

cipazione agli organismi unitari, in primissimo luogo il Comitato per la Rinascita del Mezzogiorno, che, specialmente dopo la morte di L. Cacciatore, lo pose su un piano molto più ampio di quello del. Partito. Qua~do nel I 95 I il prof. Giuseppe Bucco, fino allora vice-segretario federale, lasciò il P.S.I., in cui la lotta degii avversari gli rendeva impossibile la permanenza, cadde l'ultima remora valida alla completa affermazione dell'on. De Martino nell'ambito della Federazione. Nell'anno seguente le elezioni amministrative segnarono per il Partito un grave scacco nel capoluogo della Provincia. Su sollecitazione della stessa Direzione Nazionale (venne allora a Napoli Rodolfo Morandi) Vincenzo Renta (impiegato delle Ferrovie), che aveva retto la Federazione napoletana dal '49 al '52, fu sostituito dallo stesso De Martino, riconfermato dal Congresso alla segreteria provinciale del Partito nel marzo 1955. Correlativo all'ascesa del De Marti110 è stato il calo subito in influenza e prestigio dallton. Luigi Renato Sansone. Questi, che fra il '45 e il '47 ebbe anche incarichi governativi, si trovò, dopo la scissione saragattiàna, ad avere in sua mano le leve maggiori della vita socialista provinciale, perdendole poi a mano a mano, non solo per l'ostilità del segretario nazionale Lelio Basso e di vari gruppi di so{:ialisti napoletani, ma anche per i limiti indiscutibili della sua personalità di uomo politico. Innanzitutto per l'attività politica egli non ha mai tralasciato quella professionale, svolta volutamente per di più non soltanto a Napoli. Troppo lieve poi è stata la misura in cui egli si è differenziato dal tipo classico dell'avvocato meridionale politi- • cheggiante: importanza data ai rapporti personali, prevalente visione elettoralistica del partito, faziosità nei rapporti interni di partito verso coloro che potevano dar ombra alle sue posizioni, e infine ispirazioni massoni- . che spesso accentuate. Al'le elezioni del '53, strettamente controllato dalla ' Federazione nella sua campagna elettorale, è riuscito tuttavia a mantenere salde le sue posizioni personali, che si estendono anche nel Casertano; ma ha ceduto nettamente al De Martino nel numero delle preferenze. Oggi egli si trova a sostenere i.n seno alla Federazione l'esigenza di una politica che tenga particolarmente conto dei ceti medi e della opportunità di sfruttare con un'azione molto differenziata il favore attualmente goduto dal Partito nella pubblica opinione. Ma il non aver mantenuto negli anni precedenti una univoca posizione politica, destreggiandosi sempre, per mantenere la propria infll1enza, fra i vari gruppi più o meno unitari o più o meno autonomistici, gli nuoce ancor più dell'atteggiamento poco benevolo della maggioranza federale e toglie alle sue posizioni il necessario mordente. Recentemente l'on. Sansone è stato anche escluso dalla Direzione Nazionale del Partito e ciò ha sanzionato, in certo qual modo, il suo passaggio in seconda linea. Non' è certamente trascurabile l'indicazione politica che alla Federa- [69] Bibloteca Gino Bianco

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