La Campania Le provincie marittime della Campania (Napoli, Salerno, Caserta) sono fra le poche del Mezzogiorno e di tutta l'Italia in cui il P.S.I. abbia migliorato nel '53 finanche le posizioni elettorali del P.S.I.U.P. nel '46. L'evidenza di questo fatto non è sminuita neppure ove si voglia tener conto dei voti che nel '46 riportò il Partito d'Azione, il quale nelle provincie di Napoli e Caserta ha dato peraltro al P.S.I. alcuni dei suoi maggiori dirigenti attuali. È indubbio che il fenomeno si inquadri in quello più generale di espansione della sinistra; sono tuttavia notevoli - in queste che s.ono forse tra Je zone meno depresse del Mezzogiorno e comunque quelle in cui la vita sociale e civile è più intensa - la persistenza tenace di una opinione pubblica socialista anche negli anni peggiori per il P.S.I. e il pronto successo riscosso dal Partito fin dai primi tempi di ritorno ad una certa efficienza organizzativa e ad un linguaggio politico ·più proprio e ,distinto. Notevoli, dicevamo, perché testimoniano- ancora una volta quanto giovi all'azione so·cialista un ambiente in cui i termini dei problemi sociali non siano ridotti alle alternative più drastiche ed elementari. D'altra parte, pur accomunate ·da questo dato di fatto, le tre provincie hanno avuto, per quanto riguarda i socialisti, vi- .cende peculiari a ciascuna di esse e il P .S.I., pur in certe somiglianze generali .che rileveremo alla fine, ha tuttora in ciascuna una differente articolazione. La storia della Federazione socialista napoletana, intricata e poco chiara per il cozzo dei molti personalismi in· lotta fin dall'immediato dopoguerra, ha comi11ciato ad assumere maggiore linearità nel corso degli ultimi anni col progressivo emergere in posizione di primato sempre più accentuato dell'on. Francesco De Martino. Venuto al P.S.I. dal P.d'A. al momento della << confluenza», l'on. De Martino fu eletto per la prima volta deputato il 18 aprile ~el '48, grazie (in buona parte) all'appoggio datogli dall'allora segretario nazionale del P.S.I., on. Basso, il quale intendeva contrapporlo al gruppo dominante della Federazione napoletana, facente capo all'on. Sansone e viziato, a suo parere, da un'eccessiva ispirazione personalistica. In seguito il De Martino, caduto in disgrazia Basso presso iii suo Partito, passò a sostenere l'astro sorgente di Rodolfo Morandi e andò sempre più rafforzando la sua posizione sia all'interno che all'esterno della Federazione. All'interno, fu elemento decisivo del suo successo il fatto che, delusi dall'andamento impresso alla vita della Federazione dalla lotta senza tregua e senza esclusione di colpi delle varie frazioni, gli elementi più giovani e più impegnati politicamente (come l'avv. Pietro Lezzi, il dr. Locoratolo, il dr. Laviano) andassero sempre più individuando in lui la persona capace di dare al P.S.I. napoletano quella fisionomia di partito moderno che era nei loro voti. All'esterno -contribui a dar rilievo alla personalità del De Martino la sua assidua parte- [68] Bibloteca Gino Bianco
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